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Fed e BCE: rialzo da 25 punti base

Le due banche centrali hanno ritoccato i tassi, proseguendo nella stretta: ma quanto ancora durerà il percorso di inasprimento?

Sia la Fed che la BCE hanno ritoccato al rialzo i tassi di 25 punti base. Eppure, la situazione degli Stati Uniti e quella dell’Eurozona sono profondamente diverse. Non a caso la banca centrale USA ha aperto la porta a una possibile conclusione (o pausa?) della più aggressiva stretta monetaria dagli anni Ottanta, mentre dal canto suo Francoforte sembra ancora concentrata sulla lotta a un’inflazione ancora troppo lontana dall’obiettivo del 2%.

La BCE alza i tassi di 25 punti base

Il 4 maggio il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha ritoccato i tassi per la settima volta consecutiva da luglio, portando quello principale al 3,75% e quello sui depositi al 3,25%, il livello più alto dal 2008. L’inflazione, infatti, è ancora molto elevata: ad aprile, secondo la stima flash dell’Eurostat, l’indice dei prezzi al consumo per l’area dell’euro è aumentato del 7% su base annua, dopo il +6,9% di marzo.

Francoforte, insomma, non intende abbassare la guardia e non si sbilancia su un eventuale taglio del costo del denaro. Su questo punto, infatti, la presidente Christine Lagarde è stata chiara: la BCE, ha dichiarato, “non è in pausa”. Perché “altra strada resta da fare” dal momento che “le prospettive di inflazione continuano ad essere troppo elevate da troppo tempo”. Dello stesso tenore le parole usate nel comunicato diffuso al termine della riunione. “Le decisioni future del Consiglio Direttivo”, si legge, “assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi”.

Inoltre, la BCE procede anche sul sentiero del Quantitative Tightening: a partire dal primo luglio, infatti, termineranno i reinvestimenti dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito del programma APP. Con la fine dei reinvestimenti, ha spiegato la BCE, la riduzione del bilancio passerà dagli attuali 15 miliardi di euro al mese – un taglio in vigore dal primo marzo e che durerà fino al 30 giugno – a circa 25 miliardi.

Cosa aspettarsi dalle prossime decisioni?

Banca Centrale Europea dura e pura nella lotta all’inflazione, con i rialzi che proseguiranno? Carsten Brzeski, Global Head of Macro di ING, ha una sua idea sul punto.

“Sarà difficile per la BCE tornare ad aumenti dei tassi di 50 punti base nell’attuale contesto macro, tra impatto ritardato dei precedenti aumenti, turbolenze bancarie e crescita contenuta, ma con un’inflazione ancora vischiosa. Con la recente decisione, la BCE è chiaramente entrata nella fase finale del suo ciclo di inasprimento e il picco dei tassi di interesse potrebbe essere più vicino di quanto la presidente Lagarde abbia cercato di far credere ai mercati durante la conferenza stampa”.

Inflazione e rialzi, il punto di vista Fed

In casa Fed, il rialzo da 25 punti base – il decimo consecutivo – è stato adottato all’unanimità. Ma l’aumento dei tassi, che li ha portati nella forchetta 5-5,25%, potrebbe essere l’ultimo, come sembra confermare il comunicato diffuso a seguito della decisione, in cui è sparita la previsione che ulteriori strette “potrebbero essere appropriate”.

La Fed ha invece sottolineato che “monitorerà da vicino le informazioni in arrivo e valuterà le implicazioni per la politica monetaria”, allo scopo di “determinare” se siano richieste future azioni. Ad ammorbidire l’atteggiamento della banca centrale sono state le recenti turbolenze del settore bancario. Un fattore che potrebbe aggiungere ulteriore incertezza alla crescita, dal momento che “condizioni del credito più restrittive per famiglie e business” peseranno probabilmente “sull’attività economica, le assunzioni e l’inflazione”.

Del resto, la vigorosa stretta adottata dalla Fed sta iniziando a farsi sentire. A marzo l’indice dei prezzi PCE è aumentato del 4,2% contro il 5,1% di febbraio, mentre nel primo trimestre la crescita ha deluso le aspettative, con il tasso annuo del PIL che si è attestato ad appena l’1,1% a fronte del 2,6% dell’ultimo trimestre dello scorso anno.

Investire nell’attuale contesto di mercato: come?

Insomma, dal nostro riassunto sulle decisioni prese dalle due banche centrali si capisce come la lotta all’inflazione non sia ancora finita, mentre qualche incertezza in più, causata soprattutto dagli scossoni nel sistema bancario USA, si aggiunge al quadro. Vista la situazione, la domanda è: cosa fare? L’unica soluzione valida per tutti, come ti diciamo sempre, è affidarsi a un consulente finanziario per realizzare un solido piano di investimento, calibrato sulle proprie specifiche esigenze, senza farsi prendere la mano dall’emotività né nel senso dell’ansia né, ovviamente, in quello dell’euforia.

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