
La Fed rallenta il ritmo della stretta: tassi su dello 0,25%
Dopo la BCE, il 22 marzo è stata la volta della banca centrale USA, che per placare l’ansia dei mercati si è limitata a un rialzo da 25 punti base.
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Dopo la BCE, il 22 marzo è stata la volta della banca centrale USA, che per placare l’ansia dei mercati si è limitata a un rialzo da 25 punti base.
La CGIA di Mestre calcola che tra il 2022 e il 2023 l’aumento dei prezzi si mangerà quasi 164 miliardi di euro depositati sui conti correnti. Come tutelarti?
L’inflazione e i tassi in rialzo celano una buona notizia: la tenuta dell’economia e la forza del mercato del lavoro.
Nell’Eurozona a gennaio i prezzi sono cresciuti dell’8,6% su base annua, in calo rispetto al 9,2% di dicembre. Italia al 10%. Cosa farà la BCE?
Dal 6 all’8 marzo 2023 è in programma la nuova emissione del BTP Italia. Confermato il premio fedeltà dell’8 per mille per chi lo detiene fino a scadenza.
I dati economici sono buoni, e proprio per questo le banche centrali ritengono ci sia spazio per ulteriori strette: ecco le ultime mosse di Fed, BCE e Banca d’Inghilterra.
Dopo un 2022 difficile sui mercati, il nuovo anno ci dà ottimi motivi per essere positivi: tra questi, la riapertura cinese e la tenuta dell’Europa.
Secondo la stima flash di Eurostat, si comincia a intravedere una primissima frenata dei prezzi: una buona notizia per l’economia e i risparmi.
Analizzando i fattori che hanno alimentato l’impennata dei prezzi, l’FMI approva l’operato della BCE, criticata da diverse parti per i recenti rialzi.
Dopo il tentato rimbalzo di ottobre e novembre, dicembre ha segnato nuovi cali in scia alla severità delle banche centrali e al “liberi tutti” cinese sul Covid.
Fed, Banca Centrale Europea, Banca d’Inghilterra: i principali istituti centrali hanno reso note le ultime decisioni dell’anno per contrastare l’inflazione.
Doveva essere l’anno della ripresa dopo il Covid. E invece il 2022 è stato l’anno della guerra, dell’inflazione e del caro energia. Cosa ci riserva il 2023?