Perché si parla di una bolla dell’IA e cosa significa
L’intelligenza artificiale è sulla bocca di tutti, nei dispositivi elettronici di chiunque, e nei portafogli d’investimento di milioni di persone. Nei primi mesi del 2025, i titoli azionari hanno fatto registrare guadagni record, e le aziende del tech ne hanno beneficiato moltissimo. Eppure, tanti non si fidano e temono un crollo, o meglio, uno scoppio della bolla dell’IA. Dopo aver messo le basi per capire gli investimenti, le azioni, le obbligazioni e gli ETF, guardiamo al caso dell’intelligenza artificiale per capire cos’è una bolla finanziaria. Scopriamo perché alcuni nomi illustri sostengono che quella della tecnologia del decennio lo sia, mentre altri pensano il contrario.
Cos’è una bolla finanziaria
Immagina un palloncino che si gonfia sempre di più. All’inizio è piccolo, poi cresce, cresce… finché scoppia. Una bolla finanziaria funziona allo stesso modo: i prezzi di un bene (azioni, immobili, criptovalute) salgono rapidamente, spinti dall’euforia e dalle aspettative, ma senza che esista necessariamente un vero legame con il valore percepito. Tutti comprano perché quel titolo “sale”, non necessariamente perché credono che valga il prezzo pagato.
L’ago che buca la bolla
Ma, nella finanza, il ruolo della psicologia è fondamentale. Se molte persone iniziano a convincersi che il valore sia salito eccessivamente – o, per tornare alla metafora, che il palloncino sia troppo gonfio e stia per esplodere – basta un nonnulla, una notizia negativa, un dato sotto le attese, per convincere tanti a disinvestire, vendendo i propri titoli.
La situazione si ribalta
Quel nonnulla è un po’ come un ago: un piccolissimo elemento da cui il palloncino non può difendersi. Più persone disinvestono, più cala il valore percepito. Pensa a un esempio concreto: perché dovresti volere di cui tutti si disfano? Chi te lo fa fare di mangiare in un ristorante dove sei l’unico cliente? Il ragionamento è lo stesso. Quei titoli hanno perso attrattiva e quindi il loro prezzo crolla.
La bolla del mercato immobiliare americano e la crisi del 2008
Se stai leggendo questo articolo, è probabile che ti ricordi, o che tu abbia sentito parlare della crisi del 2008. Quella crisi nacque dallo scoppio di una bolla finanziaria: quella del mercato immobiliare americano.
La bolla dei subprime
In quegli anni il mercato immobiliare stava andando forte. Le case si vendevano come il pane e gli imprenditori immobiliari ne costruivano di nuove. Le banche concedevano mutui facendo pochi controlli. Così, molte persone comprarono case che non potevano permettersi, aprendo mutui che non potevano ripagare. Erano i mutui subprime, chiamati così perché le loro condizioni non erano ottimali.
Lo scoppio della bolla
Le banche americane impacchettavano quei mutui a migliaia, e li vendevano come prodotti di investimento a chi fosse disposto a comprarli in sconto per poi guadagnare man mano che i contraenti restituivano i soldi presi in prestito. Solo che arrivò un momento in cui sempre più famiglie non riuscivano a ripagare il loro mutuo e tutto il castello crollò, portando alla crisi finanziaria del 2008.
La grande scommessa
A prevedere lo scoppio di quella bolla, tra gli altri, fu il gestore di un fondo di investimento americano: Micheal Burry. La sua storia e quella della crisi sono raccontate molto bene nel film La Grande Scommessa, che ti abbiamo consigliato nel nostro articolo Quattro film che ti insegnano l’economia.
Intelligenza artificiale, i dubbi di Warren Buffett e Michael Burry
Si gira sempre attorno al valore percepito. E oggi, alcuni vedono dinamiche simili nell’IA. Tra loro anche Michael Burry (sì, proprio il finanziere che aveva previsto la crisi dei subprime), ha scommesso miliardi contro titoli come Nvidia e Palantir. Per lui, la corsa all’intelligenza artificiale è “una febbre alimentata dall’euforia”. Anche Warren Buffett, il “mago di Omaha”, sembra avere timori: per dodici trimestri consecutivi ha venduto azioni, tra cui molte nel tech, incassandone i profitti. E i numeri fanno riflettere: molte aziende del tech emettono obbligazioni per finanziare investimenti. La domanda che tanti si fanno è: c’è davvero un bisogno di IA così grande? Gli investimenti porteranno dei profitti?
In sintesi
L’AI è una tecnologia rivoluzionaria, ma il mercato che la circonda potrebbe essere gonfiato da aspettative irrealistiche, così come potrebbe continuare a crescere. Capire cos’è una bolla e riconoscerne i segnali è fondamentale per investire con consapevolezza.
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