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In Europa la guerra si estende al gas

La situazione in Ucraina non sembra vicino alla risoluzione e anzi si teme l’escalation. Intanto Gazprom taglia le forniture di gas a Polonia e Ungheria e i mercati chiudono il mese in ribasso. La Fed si prepara ad alzare i tassi dello 0,5%.

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Il riassunto del mese è ben spiegato da questo grafico: in poche parole, scende tutto (tranne il petrolio). I motivi? Ne abbiamo svariati: il conflitto ancora in corso, le ritorsioni russe sul fronte energetico, la nuova ondata di contagi e di lockdown in Cina, la svolta restrittiva della Fed. Ma procediamo con ordine.

La guerra prosegue

Tensione alta e negoziati in salita, mentre i bombardamenti proseguono giorno dopo giorno. Non ci sono particolari segni di miglioramento sul fronte del conflitto tra Russia e Ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin è tornato a minacciare l’Occidente: “Se qualcuno cercherà di intervenire in Ucraina, la nostra risposta sarà fulminea. Abbiamo strumenti che nessuno ha e li utilizzeremo, se necessario”.

Le mire di Putin, intanto, sembrano essersi focalizzate sempre di più sulla Crimea e il Donbass, nella parte sudorientale dell’Ucraina.

Nuove sanzioni

L’Occidente si appresta ad approvare un sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca, che dovrebbe contenere anche misure contro l’import di petrolio, dopo il graduale embargo all’import di carbone russo già stabilito all’inizio del mese.

È guerra anche sul fronte del gas

Gazprom ha interrotto le forniture di gas alla Polonia e alla Bulgaria, che si sono rifiutate di pagare in rubli. Il prezzo del gas metano quotato ad Amsterdam ha registrato una fiammata a 125 euro, per poi ritracciare sui 107 euro. Si tratta di capire ora se nei prossimi giorni l’escalation si estenderà ad altri Paesi europei, a partire da Germania e Italia, più dipendenti dal metano di Mosca. Intanto, i mercati finanziari da questa e dall’altra parte dell’Oceano si apprestano a chiudere il mese in rosso. E secondo la Banca Mondiale, la guerra in Ucraina è destinata a causare il “più grande shock per le materie prime” dagli anni ‘70.

La Fed va di fretta

Nella riunione del 4 maggio, la Federal Reserve potrebbe alzare i tassi di interesse dello 0,5%, dopo l’aumento dello 0,25% annunciato a marzo. “Riteniamo appropriato muoversi più velocemente”, ha detto il presidente Jerome Powell che, con una simile mossa, darebbe il via alla stretta monetaria più rapida dagli anni Ottanta.

E la Bce?

In un’intervista a Bloomberg, il vicepresidente della Banca centrale europea Luis De Guinos ha fatto sapere che a luglio potrebbe iniziare il ritiro del Quantitative Easing. E, di conseguenza, il rialzo dei tassi. “Aspettiamo finché non avremo i dati”, ha però puntualizzato la presidente Christine Lagarde.

Inflazione, a che punto siamo?

A marzo, intanto, l’inflazione nell’area euro ha registrato un +7,4%, dal +5,8% di febbraio, mentre negli USA ha segnato un +8,5% su anno.

Previsioni al ribasso

La Banca Mondiale ha tagliato le stime di crescita globali per il 2022 dal +4,1% al +3,2%. Anche l’economia russa inizia a risentire del conflitto: secondo un documento del ministero dell’Economia, scrive Reuters, Mosca prevede che il suo PIL potrebbe contrarsi dell’8,8% nel 2022, o del 12,4% in uno scenario più severo.

Alla faccia del Covid

Nel primo trimestre dell’anno l’economia cinese ha riportato un +4,8%, meglio delle previsioni e malgrado i lockdown nel Paese, di nuovo alle prese con un’ondata di contagi da Covid, e la flessione dei consumi.

Macron resta in sella

Nel corso del mese di aprile si sono tenute le elezioni presidenziali in Francia. Emmanuel Macron è stato riconfermato alla guida del Paese per altri cinque anni, battendo al ballottaggio la sfidante ultranazionalista Marine LePen.

Euro in caduta

L’euro è sceso sotto la quota di 1,06 nei confronti del dollaro. È il livello più basso dal gennaio del 2017.

Nuove monete

La Repubblica Centrafricana ha adottato Bitcoin come valuta ufficiale. È il secondo Paese dopo El Salvador a prendere questa decisione, nonostante le critiche del Fondo monetario internazionale, secondo il quale ciò aumenterebbe il rischio di instabilità finanziaria.

Alla fine Elon Musk si compra Twitter

Elon Musk acquisterà Twitter per 54,20 dollari per azione in un’operazione da 44 miliardi di dollari. Il consiglio di amministrazione di Twitter ha approvato all’unanimità l’acquisizione e l’accordo dovrebbe essere finalizzato entro il 2022.

Petrolio in altalena

Le quotazioni del petrolio hanno segnato un balzo verso metà aprile per poi ritracciare: si apprestano a concludere il mese intorno ai 105 dollari al barile (Brent) e ai 102 dollari al barile (WTI).

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