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Crescita e prezzi: cosa dicono le ultime previsioni di FMI e OCSE

Nonostante le tensioni in Medio Oriente e la stretta monetaria, il Fondo Monetario ha rivisto al rialzo le sue stime per l’economia globale.

Come sta andando l’economia mondiale? Tutto sommato bene. I Paesi avanzati non sembrano aver accusato più di tanto le tensioni tra Israele e Palestina, mentre i rialzi dei tassi di interesse non hanno fermato la crescita. Anche l’inflazione pare avviata verso un sentiero discendente.

 

Uno sguardo all’economia mondiale

 

Il primo World Economic Outlook diffuso dopo lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas e della crisi nel Mar Rosso ha sorpreso in positivo, anche perché le banche centrali sono ancora in modalità “cautamente falco”. Nell’aggiornamento che considera gli effetti della guerra, l’FMI stima una crescita dell’economia mondiale del 3,1% per il 2024, e cioè 0,2 punti percentuali in più rispetto alle previsioni precedenti.

 

Nel 2025, invece, il Prodotto Interno Lordo dovrebbe espandersi del 3,2%. Secondo l’FMI, l’economia globale si conferma resiliente agli shock e sembra avviata verso un “atterraggio morbido”. Ovvero, nessuna recessione in vista. Un po’ meno ottimista l’OCSE (soprattutto sul fronte dell’inflazione), che stima un aumento del PIL del +2,9% per quest’anno, in frenata dal +3,1% del 2023.

 

Come se la sta cavando l’Eurozona?

 

Il Fondo Monetario Internazionale ha ritoccato al ribasso le sue precedenti stime. Dopo il +0,5% registrato nel 2023, quest’anno la crescita dell’Eurozona dovrebbe attestarsi al +0,9%, 0,3 punti percentuali in meno rispetto alle ultime previsioni. Per il 2025, invece, il PIL dovrebbe accelerare al +1,7%.

 

Per quanto riguarda i singoli Paesi, il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime per la Germania (+0,5% quest’anno, -0,4 punti rispetto alle previsioni di ottobre) e confermato quelle per l’Italia (+0,7%). Simili le proiezioni dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che danno l’economia tedesca in espansione dello 0,3% e quella italiana dello 0,7%.

 

Stime al rialzo per Stati Uniti, Russia e Cina

 

Il Fondo Monetario ha rivisto al rialzo le stime per gli Stati Uniti, dove il PIL è atteso in aumento quest’anno del +2,1% (0,6% in più), per poi rallentare al +1,7% nel 2025 (meno 0,1 punti percentuali). Un dato identico alle stime dell’OCSE (+2,1% nel 2024), secondo cui la crescita continuerà a essere sostenuta dalla spesa delle famiglie e dalle solide condizioni del mercato del lavoro. Ritocco all’insù da parte del Fondo Monetario anche per la Cina (+4,6%) e la Russia (+2,6%).

 

Inflazione: quali sono le attese?

 

Secondo le stime del Fondo Monetario, l’inflazione è destinata a calare a livello globale dal 6,8% del 2023 al 5,8% nel 2024 e al 4,4% nel 2025, con le economie avanzate che dovrebbero assistere a una disinflazione più rapida. Nel World Economic Outlook si sottolinea poi che le banche centrali “devono evitare un prematuro allentamento” della politica monetaria.

“Con l’inflazione che cala verso il target, la priorità di breve termine per le banche centrali è un atterraggio morbido, né abbassando i tassi in modo prematuro né ritardando troppo i tagli”.

Stando alle previsioni dell’OCSE, sarà la Federal Reserve statunitense a dare il via a una riduzione dei tassi, con un primo taglio atteso nel secondo trimestre del 2024. Per l’intervento della Banca Centrale Europea, invece, si dovrà aspettare il trimestre successivo.

 

L’OCSE si attende che l’indice dei prezzi nell’Eurozona si attesti al 2,6% nel 2024 e al 2,2% l’anno prossimo. L’inflazione appare in calo, dunque, anche oltre le attese, ma è ancora troppo presto per cantare vittoria. Oltre alla crescita dei salari, l’OCSE sottolinea le incognite legate alla crisi nella Striscia di Gaza: un allargamento del conflitto a tutto il Medio Oriente potrebbe avere ripercussioni sulle forniture di gas e petrolio.

 

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