Bonifico Parlante: cos’è e come si compila
Quando si parla di ristrutturazioni, bonus edilizi o detrazioni fiscali, il termine bonifico parlante torna spesso fuori. Non è un’espressione tecnica casuale: indica una modalità di pagamento precisa, richiesta dalla normativa per poter accedere a determinate agevolazioni. Capire cos’è, quando serve e come compilarlo correttamente aiuta a evitare errori che potrebbero compromettere le detrazioni.
Che cos’è il bonifico parlante e quando serve
Il bonifico parlante è una particolare tipologia di bonifico bancario utilizzata per alcuni pagamenti che danno diritto a detrazioni fiscali. Si distingue perché include informazioni aggiuntive rispetto a un bonifico ordinario, necessarie per collegare il pagamento a uno specifico intervento agevolato.
In pratica, non serve per trasferire denaro in generale, ma per certificare fiscalmente una spesa.
Perché è richiesto per ristrutturazioni e agevolazioni fiscali
La normativa prevede che, per interventi come ristrutturazioni edilizie, bonus mobili o altri incentivi, i pagamenti avvengano in modo tracciabile e con dati ben identificabili. Il bonifico parlante risponde a questa esigenza perché permette di indicare chiaramente:
- chi effettua il pagamento,
- chi lo riceve,
- a quale intervento agevolato si riferisce la spesa.
Senza queste informazioni, il pagamento potrebbe non essere considerato valido ai fini delle detrazioni. Per orientarti tra le agevolazioni attualmente in vigore e capire quali interventi rientrano nelle detrazioni, puoi consultare la nostra guida ai bonus fiscali per la casa nel 2025.
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Come si effettua un bonifico parlante
Il bonifico parlante può essere effettuato tramite home banking o app bancaria, selezionando l’opzione specifica dedicata ai pagamenti per ristrutturazioni o agevolazioni fiscali.
Dati obbligatori da inserire: beneficiario, P. IVA, causale
Perché un bonifico sia considerato “parlante” e valido ai fini delle detrazioni fiscali, è fondamentale che contenga alcune informazioni precise. La maggior parte degli home banking guida l’utente nella compilazione, ma è utile sapere cosa viene richiesto e perché.
Innanzitutto, devono essere indicati correttamente i dati del beneficiario del pagamento, cioè del soggetto che riceve il denaro. Insieme al nome o alla ragione sociale, va inserita anche la partita IVA o il codice fiscale del beneficiario: è questo elemento che consente di identificare chi ha effettuato l’intervento agevolato.
Un altro campo centrale è la causale, che deve descrivere in modo chiaro la natura della spesa. Non si tratta di una semplice descrizione libera, ma di un’informazione che collega il pagamento a uno specifico intervento previsto dalla normativa fiscale.
In alcune situazioni, soprattutto quando si utilizzano procedure guidate, può essere richiesto di selezionare o indicare riferimenti normativi o codici collegati all’agevolazione. Questi dati servono a classificare correttamente il pagamento e a renderlo riconoscibile ai fini fiscali, senza che l’utente debba inserirli manualmente.
Prima di confermare l’operazione, è sempre consigliabile verificare con attenzione tutti i campi inseriti. Un errore nella causale, nella partita IVA o nei dati del beneficiario può rendere il bonifico non idoneo alle detrazioni, anche se il pagamento è andato a buon fine dal punto di vista bancario.
La causale del bonifico parlante: cosa scrivere esattamente
La causale del bonifico parlante è probabilmente l’elemento più importante di tutta l’operazione, perché è ciò che consente di collegare in modo corretto il pagamento alla detrazione fiscale richiesta. Non può quindi essere generica, ma deve contenere una serie di informazioni ben precise.
In particolare, la causale deve includere:
- il riferimento alla normativa che disciplina la detrazione applicabile (es. art. 16-bis del TUIR);
- il numero e la data della fattura a cui il pagamento si riferisce;
- il codice fiscale del soggetto che usufruisce della detrazione;
- il codice fiscale o la partita IVA dell’impresa che ha eseguito i lavori o fornito i beni.
Questi elementi permettono all’Amministrazione finanziaria di ricondurre il pagamento all’intervento agevolato, ai soggetti coinvolti e alla documentazione fiscale di riferimento. Se uno di questi dati manca o è errato, il bonifico potrebbe non essere considerato valido ai fini delle detrazioni, anche se il pagamento è stato effettuato correttamente dal punto di vista bancario.
Errori e rimedi: cosa fare se il bonifico non è parlante
Se il pagamento è stato effettuato con un bonifico ordinario anziché parlante, non significa automaticamente perdere il diritto alla detrazione. La normativa prevede infatti alcune possibili soluzioni, che vanno valutate caso per caso.
Una delle opzioni è chiedere all’impresa o al professionista che ha ricevuto il pagamento una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, in cui si attesti che le somme incassate sono state correttamente contabilizzate ai fini fiscali.
In alternativa, è possibile concordare con il beneficiario la restituzione dell’importo versato e ripetere il pagamento utilizzando un bonifico parlante conforme ai requisiti richiesti.
Poiché le modalità di recupero della detrazione possono dipendere anche dal periodo d’imposta e dalla tipologia di intervento, in caso di dubbi è consigliabile rivolgersi a un CAF o a un consulente fiscale.
Domande frequenti sul bonifico parlante (FAQ)
Posso fare il bonifico parlante anche verso privati?
In genere il bonifico parlante è utilizzato per pagamenti a imprese o professionisti che effettuano interventi agevolabili. I pagamenti verso privati non sono normalmente ammessi ai fini delle detrazioni, salvo casi specifici previsti dalla normativa.
Serve conservare la ricevuta per ottenere le detrazioni?
Sì. La ricevuta del bonifico è un documento fondamentale e va conservata insieme agli altri documenti relativi all’intervento.
Il bonifico parlante può essere rifiutato dalla banca?
Se i dati inseriti sono incompleti o incoerenti, il sistema può segnalare un errore o impedire l’invio. È una tutela per evitare pagamenti non conformi.
Come capire se il bonifico effettuato è davvero parlante?
Di solito lo si riconosce dalla tipologia selezionata al momento dell’operazione e dai dati presenti nella ricevuta, che includono riferimenti fiscali specifici.
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