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L’inflazione cala: cosa aspettarsi dalla BCE?

A gennaio i prezzi nell’Eurozona sono cresciuti del +2,8%, in leggera discesa dal +2,9% di dicembre. E l’Italia fa meglio di (quasi) tutti: inflazione annua allo 0,9%.

A gennaio l’inflazione dell’area euro torna a scendere dopo la leggera risalita di dicembre, avvicinandosi al target del 2% perseguito dalla Banca Centrale Europea. L’Italia segna il dato più basso (dopo la Finlandia) di tutta l’Eurozona, con un incremento annuo dello 0,9%. Il che porta un po’ tutti gli addetti ai lavori – economisti, analisti, operatori di Borsa e anche investitori semplici – a chiedersi sempre più insistentemente: a quando il primo taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea?

La BCE ha appena mantenuto i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%, ma per quest’anno ci si attende l’avvio di un percorso di riduzione.

Inflazione in Europa: ecco tutti i numeri

L’Eurostat ha diffuso la sua stima flash sull’inflazione a gennaio. Si tratta di un primissimo assaggio, cui poi seguiranno i dati definitivi (Eurostat li pubblicherà il 22 febbraio). La variazione da un anno all’altro dei prezzi continua a rimanere positiva – quindi i prezzi continuano a salire – ma sempre di meno, il che non è niente male.

Vediamo i numeri nel dettaglio.

  • A gennaio, nell’area euro, i prezzi hanno riportato una crescita annua del +2,8%, in discesa dal +2,9% di dicembre, mese che aveva visto un’accelerazione dal +2,4% di novembre.
  • A spingere l’inflazione sono stati alimentari, alcol e tabacco, che hanno registrato gli aumenti su base annua più elevati (+5,7%, rispetto al +6,1% di dicembre).
  • A queste voci vanno aggiunti i servizi (stabili al 4%), i beni industriali (2% contro il 2,5%) e l’energia, che invece è diminuita del -6,3% (dopo il -6,7% di dicembre).

Per quanto riguarda l’inflazione core (che esclude energia e alimentari, alcol e tabacco), il dato risulta in lieve diminuzione al +3,3% dal +3,4% di dicembre.

La situazione nei singoli Paesi

Nei singoli Paesi dell’Eurozona la dinamica appare più contrastata, con alcuni che registrano un’inflazione in calo e altri, come l’Italia, in leggero aumento. In Germania, l’indice dei prezzi al consumo è risultato in crescita del +3,1% annuo, meno del +3,8% del mese precedente. Il dato congiunturale, calcolato su dicembre, registra una riduzione dello 0,2%. Anche la Francia vede un calo significativo del tasso di inflazione su base annua, che a gennaio si attesta al 3,4% dal 4,1% del mese precedente. Rispetto a dicembre, l’indice dei prezzi al consumo scende dello 0,2%.

Situazione diversa in Spagna, dove l’inflazione è risultata in accelerazione al 3,5% dal 3,3% di dicembre (ma in calo dello 0,2% su base mensile). E l’Italia? Il nostro Paese può vantare un’inflazione tra le più basse dell’Eurozona. A gennaio, seppure in aumento rispetto a dicembre, quando hanno toccato lo 0,5%, i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,9% annuo. Tuttavia, la dinamica dell’inflazione lascia ben sperare, visto che su base mensile si registra una notevole diminuzione, pari al -1,1%.

Cosa significa tutto questo per i tuoi investimenti?

Ci si chiede come tutto questo possa riverberarsi sulle decisioni della Banca Centrale Europea: una più concreta prospettiva di tassi più bassi farebbe bene all’azionario, ma anche ai corsi obbligazionari. In occasione della riunione del 25 gennaio, però, la presidente Christine Lagarde ha ribadito che sì, i tagli arriveranno, ma con calma e senza spingere: come ripetono da mesi i membri del Consiglio direttivo (l’organo che si riunisce per prendere le decisioni di politica monetaria), bisogna prima aspettare segnali più decisi di un ripiegamento dei prezzi, tenuto sempre conto degli scenari geopolitici e dei loro effetti sugli approvvigionamenti e soprattutto dei dati economici, che in Europa finora hanno mostrato una certa resistenza.

Un esempio è il Prodotto Interno Lordo, che non è salito nel quarto trimestre del 2023 ma che non è nemmeno sceso come molti si aspettavano. Certo, non è facile destreggiarsi nel mondo degli investimenti in questo periodo storico. Come sempre, il nostro consiglio è quello di confrontarti con il tuo Financial Coach per mettere a punto la strategia a te più congeniale.

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