
Ultimissime dall’inflazione: cosa ci dicono i dati?
I tassi di crescita sono scesi e di molto da quando le banche centrali hanno avviato la stretta monetaria, ma la discesa non è sempre lineare e risente di molti fattori.
I tassi di crescita sono scesi e di molto da quando le banche centrali hanno avviato la stretta monetaria, ma la discesa non è sempre lineare e risente di molti fattori.
Nell’area euro, il rialzo annuo a giugno è stato del 5,5%, la metà del tasso visto a ottobre ma ancora lontano dall’obiettivo BCE del 2%.
L’“inflazione da avidità” è un fenomeno che ha fatto la sua comparsa nell’ultimo anno. Ecco una piccola guida per riconoscerla.
Nella settimana in cui ha festeggiato il quarto di secolo, l’autorità monetaria ha anche presentato il suo rapporto annuale.
Quando il tasso di inflazione corre troppo, le sfide per l’economia possono essere davvero importanti: ecco i motivi.
I tassi di interesse a lungo termine dipendono da molte variabili e non sono sempre facili da prevedere. Vediamo di capirne qualcosa di più.
Dopo la BCE, il 22 marzo è stata la volta della banca centrale USA, che per placare l’ansia dei mercati si è limitata a un rialzo da 25 punti base.
Nell’Eurozona a gennaio i prezzi sono cresciuti dell’8,6% su base annua, in calo rispetto al 9,2% di dicembre. Italia al 10%. Cosa farà la BCE?
Secondo la stima flash di Eurostat, si comincia a intravedere una primissima frenata dei prezzi: una buona notizia per l’economia e i risparmi.
Analizzando i fattori che hanno alimentato l’impennata dei prezzi, l’FMI approva l’operato della BCE, criticata da diverse parti per i recenti rialzi.
Dopo il tentato rimbalzo di ottobre e novembre, dicembre ha segnato nuovi cali in scia alla severità delle banche centrali e al “liberi tutti” cinese sul Covid.
Doveva essere l’anno della ripresa dopo il Covid. E invece il 2022 è stato l’anno della guerra, dell’inflazione e del caro energia. Cosa ci riserva il 2023?