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Plusvalenze e minusvalenze nel calcio: come funzionano, cosa sono e perché contano (anche più dei gol)

Ogni estate il calciomercato regala colpi da prima pagina. Ma dietro le cifre milionarie che leggiamo nei titoli, si nascondono meccanismi contabili che all’apparenza possono sembrare complicati. In questo articolo vediamo uno dei grandi affari della sessione estiva 2025 — il trasferimento di Mateo Retegui dall’Atalanta ai sauditi dell’Al Qadsiah — e uno dei più onerosi della Serie A — Higuaìn dal Napoli alla Juventus nel 2016 — per spiegare cosa sono le plusvalenze e le minusvalenze. E inparticolare il loro funzionamento nel calcio.

Scoprirai perché questi numeri contano tanto nei bilanci delle società, a volte quasi più dei risultati in campo. Se invece sei interessato ad altri modi in cui calcio e denaro si legano, puoi leggere il nostro articolo su come la Champions League ha fatto ricca l’Inter e quello sui tifosi mercenari, pronti a cambiare squadra per un pugno di... euro!

Cos’è una plusvalenza (e perché fa felici i dirigenti)

In termini semplici, una plusvalenza è il guadagno che una società realizza quando vende un giocatore a un prezzo superiore rispetto al suo valore contabile residuo. Questo valore si calcola in base al costo d’acquisto del calciatore, diviso per gli anni di contratto (ammortamento).

Retegui dall’Atalanta all’Al Qadsiah

Veniamo alla plusvalenza di  Retegui. Nell’agosto 2024, l’Atalanta aveva acquistato l’attaccante classe 1999 dall’allora neopromosso Genoa per 21 milioni di euro più 3 di eventuali bonus. A Bergamo, Retegui guadagnava circa 2 milioni di euro l’anno con un contratto fino al 2028. Nell’agosto 2025, la Dea ha venduto Retegui all’Al Qadsiah per 65 milioni di euro più 3,5 di eventuali bonus. Secondo i calcoli di Calcio e Finanza, il valore residuo di Retegui era di circa 15,7 milioni di euro.

 

Retegui in Arabia: la plusvalenza dell’Atalanta

Da dove arriva questo numero? In questo caso, se consideriamo un prezzo di acquisto ammortato equamente nei quattro anni di contratto (5,225 milioni all’anno) la cifra equivale ai tre anni di contratto residui che il calciatore avrebbe potuto trascorrere a Bergamo se non si fosse trasferito in Arabia. Sottraendo questa ai 65 milioni pagati dai sauditi, si ottiene una potenziale plusvalenza di 49,3 milioni di euro. Ma conosceremo la cifra esatta solo quando l’Atalanta depositerà il proprio bilancio.

La plusvalenza di Higuaín dal Napoli alla Juventus

Tuttavia, non sempre l’ammortamento del costo dei giocatori è lineare. Tra gli affari milionari della massima serie calcistica italiana, ce n’è uno che spicca più di tutti. Nel 2013, il Napoli acquistò Gonzalo Higuaín per 37 milioni di euro più 3 di bonus e lo rivendette tre anni dopo alla Juventus per 90 milioni. La differenza di prezzo, se consideriamo i bonus, è di 50 milioni. Ma la plusvalenza registrata dal Napoli è molto più alta: ben 86 milioni di euro.

Le aliquote di ammortamento di Higuain al Napoli

Infatti, il club partenopeo ha utilizzato un sistema di aliquote per ammortare la spesa per l’attaccante: il 40% del prezzo è stato inserito a bilancio il primo anno, il 30% il secondo, 20% il terzo, 7% il quarto e 3% il quinto. Poiché Higuaín ha giocato nel Napoli per tre anni, il 90% del prezzo pagato dagli azzurri era già stato ammortato. A quel punto sono arrivati i 90 milioni della Juventus, a cui sono stati sottratti i 4 milioni che il Napoli non aveva ancora ammortato.

La plusvalenza più grande della Serie A

Così, il club partenopeo ha inserito a bilancio una plusvalenza di 86 milioni di euro. Nel 2025 è ancora la più ricca mai ottenuta da un club di Serie A.

E la minusvalenza? Come funziona?

La minusvalenza funziona allo stesso modo, ma all’opposto. Nel calcio si verifica quando un giocatore viene venduto a un prezzo inferiore rispetto al suo valore contabile residuo. È una perdita che pesa sul bilancio e che le società cercano di evitare, anche se a volte è inevitabile (soprattutto con giocatori fuori progetto o in scadenza di contratto).

Perché le plusvalenze sono così importanti?

Per molte società, le plusvalenze sono una voce fondamentale per chiudere il bilancio in attivo e rispettare i parametri del fair play finanziario. In alcuni casi, diventano una vera e propria strategia: comprare giovani talenti a basso costo, valorizzarli e rivenderli a cifre più alte.

In sintesi

Le plusvalenze non fanno vincere le partite, ma possono salvare i bilanci. E in un calcio sempre più attento ai numeri, capire come funzionano è utile anche per i tifosi. Perché dietro ogni colpo di mercato, c’è sempre una storia — e un conto da far quadrare.


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