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Tassi di interesse a lungo termine: come funzionano?

I tassi di interesse a lungo termine dipendono da molte variabili e non sono sempre facili da prevedere. Vediamo di capirne qualcosa di più.

I mercati finanziari sono sistemi complessi, animati da una moltitudine di operatori che in tutto il mondo prendono continuamente decisioni, influenzando i prezzi dei titoli e influenzandosi tra loro. Tantissime variabili finanziarie entrano in gioco. E sono difficili da tenere tutte sotto controllo. Oggi analizziamo una di queste variabili: i tassi di interesse a lungo termine.

Cosa c’è dietro i tassi a lungo termine?

Puoi facilmente immaginarlo: tutto ruota attorno alle decisioni delle banche centrali, che a loro volta ruotano intorno ai segnali trasmessi dall’economia. Nella riunione del 16 marzo la Banca Centrale Europea ha aumentato i tassi di riferimento di 50 punti base. Obiettivo, riportare l’inflazione al target del 2% nel medio termine.

Ti sei mai chiesto perché per l’autorità monetaria dell’area dell’euro questo target è tanto importante? Si suppone che bassi tassi d’interesse stimolino gli investimenti da parte delle imprese e l’acquisto di beni durevoli e/o di immobili da parte delle famiglie. E lo si suppone perché in effetti, quando i tassi sono bassi, le fonti di finanziamento sono meno costose e quindi più sostenibili per le imprese e per gli stessi consumatori. Insomma, quando i tassi d’interesse sono bassi ci si indebita un po’ più serenamente, almeno in linea di principio.

Ma i tassi, che per lungo tempo sono stati prossimi allo zero quando non addirittura negativi in molte economie (fra le quali proprio quella dell’area dell’euro), non possono rimanere bassi per sempre. E il motivo è semplice.

Stabilità dei prezzi e obiettivo della BCE

I tassi rappresentano una delle armi più importanti nell’arsenale delle banche centrali per raggiungere quello che è considerato l’obiettivo numero uno nelle scelte di politica monetaria: il mantenimento della stabilità dei prezzi. Ecco, per esempio, cosa scrive la Banca Centrale Europea sul suo sito web.

“Il nostro compito è mantenere stabili i prezzi. Per raggiungere questo obiettivo facciamo in modo che l’inflazione – il tasso al quale i prezzi variano nel tempo – resti bassa, stabile e prevedibile: al 2% nel medio termine”.

Insomma, secondo il consiglio direttivo della BCE si ottiene stabilità dei prezzi quando l’aumento sui 12 mesi dell’indice dei prezzi al consumo per l’area dell’euro è del 2% nel medio termine. Per quale ragione la stabilità dei prezzi è tanto importante? Anche qui, il motivo è molto semplice: una stabilità su questo fronte migliora il tenore di vita dei consumatori e, in termini più generali, contribuisce alla stabilità finanziaria.

Le decisioni della BCE e il costo del denaro

Le decisioni sui tassi d’interesse assunte dalla BCE influenzano in modo diretto e indiretto tutti i tassi d’interesse, e quindi il costo del denaro (che poi, in sostanza, vuol dire costo del credito). Ma attenzione: le banche centrali gestiscono i tassi di interesse a brevissimo termine. Quelli a più lungo termine – dai quali dipende per esempio il valore dei nostri BTP, i titoli di Stato italiani a tasso fisso – reagiscono anche ad altri fattori, come la crescita dell’economia, i rischi finanziari e l’inflazione attesi in futuro. Attesi da chi? Dall’insieme degli operatori di mercato di cui parlavamo all’inizio.

Per capirci meglio:

  • se uno si aspetta che la Banca Centrale Europea alzi i tassi al 5%, difficilmente si accontenterà di un rendimento al 4% da un titolo a breve (con scadenza, mettiamo, tra un anno);
  • se invece si aspetta che nell’arco dei prossimi dieci anni l’inflazione cali al 2% – il fatidico obiettivo della banca centrale – accetterà da un titolo decennale un rendimento del 4%, ritenendolo sufficiente a compensare l’inflazione nell’arco di vita del suo investimento.

Tassi e investimenti: cosa aspettarsi ora?

Generalmente, quando le mosse delle banche centrali e le performance dell’economia confermano le previsioni del mercato, i tassi a lungo termine e il conseguente valore dei titoli a tasso fisso, come il nostro BTP, non subiscono variazioni di sorta. Discorso diverso quando il complesso ecosistema degli operatori di mercato rivede le sue attese in scia, magari, a nuove indicazioni da parte delle autorità monetarie o a improvvise fiammate inflazionistiche. Insomma, i tassi a lungo termine tendono a subire variazioni quando gli operatori vengono presi in contropiede dai dati economici o dalle indicazioni delle banche centrali.

Come avrai capito, l’andamento dei tassi di interesse a lungo termine dipende a sua volta da molte variabili e non è sempre facile da prevedere. Meglio concentrarsi sul “qui e ora”. E quel che conta, oggi più che mai, è diversificare, ossia investire in più strumenti con caratteristiche differenti. L’altra raccomandazione valida per tutti è quella di affidarsi a un solido piano d’investimento messo a punto in base ai tuoi obiettivi e alla tua propensione al rischio con il supporto di un consulente finanziario, come i Financial Coach di ING Italia.

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