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Soft landing, no landing, hard landing: di cosa stiamo parlando?

Sono i tre scenari che si prospettano dopo il rialzo dei tassi delle banche centrali. Ma cosa implicano e qual è il più probabile?

È stato il dilemma dell’ultimo anno nel mondo finanziario: soft o hard landing? Ovvero: come reagirà l’economia ai rialzi dei tassi decisi dalla Fed e dalla Banca Centrale Europea? Negli ultimi tempi, visti i dati positivi su crescita e disoccupazione (più negli USA che in Eurozona) e un’inflazione ancora “appiccicosa”, si è fatta strada un’altra espressione: no landing. Ma di cosa si tratta di preciso? Sono tre i tipi di “atterraggio” considerati dagli economisti. Ecco una breve guida per orientarsi.

Soft landing: cosa significa?

Soft landing, in italiano "atterraggio morbido", significa un rallentamento della crescita economica che non si trasforma però in recessione. É l’esito auspicato dalle banche centrali quando alzano i tassi per raffreddare la domanda e così frenare l’inflazione. Si potrebbe dire che è lo scenario migliore: la corsa dei prezzi viene rallentata a sufficienza senza innescare una contrazione dell’attività economica. Più facile a dirsi che a farsi.

Raggiungere un soft landing è complicato per i ritardi con cui le decisioni di politica monetaria si propagano all’economia. Per questo serve dosare molto bene i rialzi dei tassi: una stretta troppo forte può causare una recessione; una troppo morbida rischia di radicare le aspettative di inflazione, rendendo molto difficile sconfiggerla.

Hard landing: cos'è?

Hard landing, o "atterraggio brusco", indica un improvviso e marcato rallentamento dell’economia dopo una fase di rapida crescita. Si tratta del rischio che si corre quando le banche centrali, per frenare l’inflazione, aumentano in modo troppo veloce e aggressivo i tassi di interesse. La conseguenza è un incremento della disoccupazione e, per l’economia, una potenziale recessione.

Dopo oltre un anno di stretta monetaria da parte della Fed e della BCE, uno scenario di hard landing sembra ormai scongiurato. Le economie sui due lati dell’Atlantico hanno tenuto bene, mentre l’inflazione sta tornando, seppur lentamente, verso l’obiettivo del 2%.

Cosa vuol dire "no landing"?

Eccoci allo scenario che, al momento, sembra più probabile, almeno negli Usa: il no landing. Una situazione “senza atterraggio” si verifica quando l’economia tiene e l’inflazione non cala, o lo fa solo molto lentamente, rispetto agli obiettivi delle banche centrali. Il problema di uno scenario “no landing” è che potrebbe portare a una maggiore volatilità sui mercati perché aumenta l’incertezza sulle future mosse di politica monetaria. In questo caso infatti le banche centrali potrebbero essere costrette non solo ad aumentare i tassi più del previsto, ma anche a mantenerli elevati più a lungo.

Il caso degli Stati Uniti

Nel primo trimestre il PIL degli USA ha registrato una crescita dell’1,3% annuo e a marzo la disoccupazione si è attestata al 3,8% (in calo dal 3,9 di febbraio). L’economia, insomma, appare piuttosto in salute, mentre l’inflazione continua a rimanere su un livello troppo alto rispetto all’obiettivo della Fed. Per questo la banca centrale potrebbe essere costretta a mantenere i tassi sui livelli attuali più a lungo. Durante l’ultimo vertice di maggio, la Fed ha lasciato il costo del denaro al 5,25-5,5%, ai massimi da 23 anni, mentre i tagli attesi nel corso dell’anno sono scesi da tre a uno solo.

E l’Eurozona?

La situazione appare diversa nell’Eurozona, dove l’economia non è così dinamica come negli USA (la crescita prevista per quest’anno è dello 0,8%) e l’inflazione è più bassa (ad aprile è rimasta stabile su marzo al 2,4% annuo). Non a caso un primo taglio dei tassi (quello principale è ora al 4,5%) è dato per scontato nella riunione di giugno. Insomma, in Europa la situazione attuale può ricadere nell’ambito del soft landing, visto che una recessione appare ormai scongiurata.

Le conseguenze per il tuo portafoglio

Come ormai saprai, in economia ogni scenario ha effetti diversi sugli investimenti. Bisogna dunque modificare la propria strategia sulla base del tipo di “atterraggio”. Per esempio, in caso di hard landing, e quindi con una recessione più o meno pesante, potrebbe avere senso concentrarsi sull’obbligazionario, soprattutto in vista di un imminente taglio dei tassi.

Come ti ricordiamo sempre, però, quando si tratta di investire la cosa migliore da fare è affidarsi a un Financial Coach. Solo un professionista è in grado di consigliare la soluzione che fa meglio per te, anche alla luce delle tue esigenze e dei tuoi bisogni.

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