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S&P, India e USA mettono le ali all’economia globale

L’economia globale è ancora resiliente, anche se il taglio dei tassi avverrà più lentamente del previsto.

Nonostante i rialzi dei tassi e le tensioni geopolitiche, l’economia globale appare ancora resiliente. Nel suo outlook per il secondo trimestre 2024, S&P Global Ratings ha rivisto al rialzo le sue stime per la crescita di quest’anno. Merito soprattutto di Stati Uniti e India, mentre l’Eurozona resta momentaneamente nelle retrovie e la Cina registra una performance deludente rispetto al passato. Questo è il quadro, ma gli spunti contenuti nel rapporto di S&P sono tanti e molto importanti per chi vuole investire.

Un 2023 in rallentamento

Come evidenziano gli analisti di S&P, la crescita mondiale ha registrato un rallentamento l’anno scorso, con le economie avanzate che hanno avuto un’espansione inferiore del 2% rispetto al 2022. Le uniche due eccezioni sono state gli USA e il Giappone, mentre un po’ dappertutto i rialzi dei tassi varati dalle banche centrali hanno frenato, come da previsioni, l’attività economica.

L’eccezione statunitense

Come detto, l’eccezione più vistosa sono stati gli Stati Uniti, che secondo S&P nel 2023 hanno beneficiato di un mix di “resilienza, ritardi e fortuna”. Grazie anche all’Inflation Reduction Act e al Chips Act – due pacchetti legislativi varati dal presidente Biden – gli USA hanno goduto di un vero boom degli investimenti, mentre la produttività del lavoro ha messo a segno un aumento deciso nella seconda metà del 2023.

Inoltre, gli effetti della stretta monetaria decisa dalla Fed si sono trasmessi lentamente all’economia, che ha beneficiato anche della politica fiscale accomodante. L’anno scorso gli Stati Uniti hanno infatti speso quasi il 2% del PIL in più rispetto al 2022, soprattutto per sostenere la transizione energetica. Quest’anno lo stimolo fiscale dovrebbe tornare in linea con quello degli altri Paesi avanzati.

Economia globale? Meglio del previsto

Per l’anno in corso, S&P ha rivisto al rialzo di 0,4 punti la crescita dell’economia globale, portandola al 3,2%. Merito soprattutto – come abbiamo accennato – delle performance superiori alle attese di India e Stati Uniti. In particolare, S&P ha alzato le sue stime per il PIL statunitense di un punto percentuale pieno, al 2,5% (lo stesso valore del 2023). Nei prossimi due anni gli analisti si attendono una crescita leggermente sotto il potenziale, mentre la variazione dei prezzi dovrebbe convergere verso il 2% nel corso del 2024, senza però raggiungerlo, a causa dell’alta inflazione nei servizi. Per questo la Federal Reserve potrebbe avere meno spazio di manovra per tagliare i tassi.

S&P, tuttavia, conferma le sue previsioni precedenti di una riduzione del costo del denaro (ora compreso tra il 5,25% e il 5,5%):

  • dello 0,75% per il 2024, con il primo intervento previsto per l’estate;
  • di un più sostanzioso 1,25% durante il 2025.

Fari puntati sul boom dell’India

Ma la vera regina della crescita sarà l’India. S&P ha infatti alzato le sue stime dell’1,2%, portando la previsione per l’anno fiscale 2024 (che finisce a marzo) al +7,6%. Anche l’andamento del PIL per il 2025 è stato ritoccato all’insù dello 0,4%, con una previsione di crescita del 6,8%. Più deludente la performance della Cina, fiaccata dalla debolezza del mercato immobiliare. La crescita cinese dovrebbe attestarsi quest’anno al 4,6%, in rallentamento rispetto al 5,2% del 2023.

Le incognite dell’Eurozona

Per quanto riguarda l’Europa, le attese sono per un miglioramento dell’attività economica, con una crescita attesa dello 0,7% quest’anno e dell’1,3% il prossimo. Il quadro delineato da S&P non è però privo di incognite. Sul fronte del carovita, il forte e prolungato aumento dei salari e una produttività fiacca stanno rendendo più accidentato il processo di disinflazione, al punto che le previsioni sull’aumento dei prezzi sono state riviste al rialzo al +2,1% nel 2025 e al +1,9% nel 2026.

Questi numeri si rifletteranno sulle decisioni della Banca Centrale Europea, che intanto l’11 aprile ha deciso di lasciare i tassi invariati: i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale per ora restano, rispettivamente, al 4,50%, al 4,75% e al 4%.

Ma mentre sono confermate le aspettative per tre tagli dei tassi nel corso di quest’anno, con il primo (forse) a giugno, una riduzione più sostenuta durante il 2025 sembra poco probabile. Gli analisti di S&P prevedono infatti che il tasso sui depositi calerà al 2,5% alla fine dell’anno prossimo, invece che al 2% come precedentemente stimato.

Un supporto in un panorama complesso

Insomma, le notizie positive non mancano, ma il panorama globale resta complesso e ricco di incognite. Per compiere scelte di investimento razionali e in linea con i tuoi bisogni finanziari, puoi sempre contare sul tuo Financial Coach. Come ti ricordiamo sempre, quando si tratta di investimenti non è mai una buona idea fare tutto da soli, ma è meglio farsi consigliare da un professionista che ogni giorno studia le dinamiche dei mercati finanziari.

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