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L’inflazione? Non è uguale per tutti

Gli shock energetici pesano di più sulle famiglie con livelli di spesa più bassi: le evidenze di un recente documento Bankitalia e le altre cose da sapere sui rialzi dei prezzi.

Il petrolio va su, il petrolio va giù. E così la benzina e gli altri suoi derivati. Per non parlare del gas. Sui saliscendi dei mercati di queste materie prime, si sa, influiscono tante variabili. Poi ci sono gli shock energetici, come quelli ai quali abbiamo assistito nel biennio 2021-2022. In questo arco di tempo, come ricorderai, i prezzi dei beni energetici sono aumentati in modo eccezionale. Ma le ripercussioni non sono state uguali per tutti: i rialzi, infatti, hanno pesato di più sulle famiglie con livelli di spesa più bassi. Come mai?

La causa – spiega un recente studio a cura di Francesco Corsello e Marianna Riggi, intitolato “L’inflazione non è uguale per tutti: gli effetti eterogenei degli shock energetici” e apparso tra i “Temi di discussione” della Banca d’Italia – sta nel maggior peso relativo di quei beni nel paniere di consumo di riferimento. In altre parole, i rialzi dei prezzi non hanno le stesse implicazioni per tutti: dipende da cosa c’è nella tua lista della spesa, e in quale quantità.

Utilizzando dati italiani, il lavoro ha quantificato l’impatto dei rincari energetici sullo “spread” – la differenza – di inflazione tra famiglie con diverse capacità di spesa.

Quanto e come influiscono le scelte di politica monetaria?

Quali sono le implicazioni degli shock energetici sul diverso peso dell’inflazione? Ma soprattutto: quanto e come influiscono le scelte di politica monetaria? Attraverso analisi teoriche ed empiriche, i due autori hanno dimostrato che i movimenti dei prezzi sperimentati dalle diverse famiglie riflettono principalmente i cicli dei prezzi dell’energia, ma anche i cambiamenti nell’orientamento della politica monetaria. Quindi, insomma, i ritocchi all’insù nel tariffario del distributore di benzina non sono uguali per tutti. O meglio, non pesano su tutte le tasche allo stesso modo.

Una volta appurato ciò, cosa se ne ricava? Una riflessione molto interessante proprio sugli effetti delle politiche monetarie. “La letteratura sulle conseguenze distributive della politica monetaria”, spiegano i due autori nel documento, “si è tipicamente concentrata sui canali dell’occupazione, dei prezzi delle attività e dei bilanci delle famiglie, studiando le disuguaglianze derivanti dall’impatto sul reddito, sulla ricchezza e sulla capacità di credito”.

“In questo lavoro, ci siamo concentrati sugli effetti della politica monetaria in termini di disparità nel modo in cui le famiglie sono colpite nel loro potere d'acquisto attraverso sviluppi eterogenei dell'inflazione.”.

Le politiche monetarie vanno calibrate con quelle fiscali

L’analisi suggerisce che l’attuazione congiunta di politiche fiscali e monetarie può prevenire conseguenze distributive perniciose e non volute della stretta monetaria necessaria per contrastare l’impatto dello shock energetico.

“Sebbene sia necessaria un’analisi formale del welfare per trarre conclusioni sul mix fiscale-monetario e sul disegno ottimale degli interventi fiscali, i risultati suggeriscono che misure fiscali mirate sarebbero auspicabili considerando come gli shock energetici colpiscano le famiglie più vulnerabili”.

Insomma, se da una parte la politica monetaria deve trovare un punto di compromesso fra contrasto dell’inflazione ed effetti sulle famiglie, dall’altra la politica fiscale può intervenire per attenuare gli effetti delle decisioni dei banchieri centrali sulle famiglie stesse. Bisognerà capire come: e questo potrà essere oggetto di studi successivi.

Fin qui, l’indagine. Qual è, invece, l’effetto dell’inflazione e delle scelte di politica monetaria sugli investimenti?

Impatto dell’inflazione e delle politiche monetarie sugli investimenti?

Più che sugli investimenti, l’inflazione ha un impatto sui risparmi che non vengono investiti e che quindi, per effetto del rialzo dei prezzi di tutto, perdono nel tempo parte del loro valore. Per questo va costruito un portafoglio diversificato che contenga al proprio interno strumenti in grado di compensare gli effetti dell’inflazione. Quanti e quali strumenti? Per stabilire questo bisogna confrontarsi con il consulente finanziario di fiducia, come il Financial Coach.

Quanto alle politiche monetarie, come si sa la prospettiva di un rialzo dei tassi spinge i rendimenti delle nuove emissioni obbligazionarie e incide negativamente sui prezzi di quelle già in circolazione, mentre la prospettiva di un taglio del costo del denaro tende a premiare l’azionario. Quando si parla di mercati, tuttavia, la relazione causa-effetto non è mai perfettamente e inequivocabilmente deterministica.

Anche in questo caso, quindi, è buona norma fare due chiacchiere con il Financial Coach, per interpretare correttamente i movimenti dei mercati e valutare come questi possano riflettersi sul portafoglio di investimento. Che, come ti ricordiamo, deve essere sempre ben diversificato e calibrato sui tuoi bisogni e obiettivi.

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Il presente articolo è stato redatto dal team del blog AdviseOnly.com e ha una finalità esclusivamente informativa. Non va quindi inteso in alcun modo come consiglio finanziario, economico o di altra natura e nessuna decisione, di investimento o di altro tipo, deve essere presa unicamente sulla base dei contenuti qui riportati. L’articolo non costituisce da parte di AdviseOnly.com un’offerta al pubblico d’acquisto o vendita di titoli e più in generale di strumenti finanziari e/o attività di sollecitazione all’investimento, ai sensi del decreto legislativo 24/02/1998, n. 58.