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Da risparmiatore a investitore in pochi semplici passi

ING Italia ha partecipato al Salone del Risparmio con uno stand e con l'evento "Da homo risparmiatore a homo investitore, come evolvere in pochi semplici passi". Ecco cosa è emerso.

Con oltre 20mila partecipanti, di cui ben 13mila in presenza, e la conferma di una formula che mixa appunto presenza sul posto e partecipazione online, dal 10 al 12 maggio il Salone del Risparmio è tornato in grande stile a Milano. Sai cos’è il Salone del Risparmio? È una manifestazione che si svolge annualmente da oltre un decennio, dura tre giorni ed è interamente dedicata ai mercati e alla gestione, per l’appunto, del risparmio. Lo organizza e lo promuove Assogestioni, l’associazione italiana delle società di settore.

E anche quest’anno ING Italia c’era, non solo con uno stand dedicato al mondo di ING Italia ma anche con l’evento “Da homo risparmiatore a homo investitore, come evolvere in pochi semplici passi”. Come si fa l’upgrade da semplice risparmiatore attaccato al salvadanaio a porcellino a risparmiatore più consapevole che non esita a investire per il proprio futuro? Un upgrade oggi più che mai fondamentale per proteggere i tuoi soldi da quella che, come ha detto il presidente di Assogestioni Carlo Trabattoni, è a tutti gli effetti una “tassa occulta”: l’inflazione. Ma come superare le più comuni convinzioni e resistenze che impediscono di investire?

Da homo risparmiatore a homo investitore: come?

Innanzitutto, le presenze all’evento: il country manager di ING Italia Alessio Miranda è stato affiancato da Francesco Morace, sociologo e founder di Future Concept Lab, e da Giovanni Sandri, country head di BlackRock Italia; nella veste di moderatori, i giornalisti e conduttori radiofonici Debora Rosciani e Mauro Meazza.

E proprio il sociologo Morace, in apertura di conferenza, ha presentato la sua ricerca, che traccia un profilo degli italiani in quanto risparmiatori. Sono emersi, ha spiegato, tre profili.

  • L’investitore selfie è alla ricerca di auto-realizzazione e di un investimento su un futuro per sé in termini di casa, professione e passioni personali. Incarna una fetta di italiani, molto giovani ma non solo, che alla carriera tout court preferiscono il tempo vissuto in maniera gratificante, partendo dal sé.
  • L’investitore familiare è alla ricerca di protezione per sé e per i propri figli attraverso investimenti mirati, per combattere l’incertezza: la famiglia è al centro, e vale anche per tutte quelle giovani coppie che immaginano un futuro insieme.
  • L’investitore esistenziale è alla ricerca di rassicurazioni sul proprio benessere e sulla salute futura, oltre che sulla qualità della vita che lo aspetta da lì in avanti. È il caso, per esempio, dei tuoi nonni o dell’anziana zia che vive sola: l’investimento è pensato e progettato per affrontare l’elemento di imprevisto.

In generale, la ricerca rileva come negli ultimi due anni sia cresciuta la consapevolezza circa la propria vulnerabilità. Quel che si fa ora e che prima forse non si faceva – o si faceva meno – è immaginare un futuro in cui questa vulnerabilità viene affrontata con apposite misure. Al di là delle priorità di ognuno.

Il ruolo della fiducia: come cambia l’idea di consulenza?

Di interessante è emerso anche che la ricerca di rassicurazione sta creando un bacino per la consulenza finanziaria. Un bacino la cui costruzione è resa possibile dalla catena della fiducia. Lo conferma anche la terza edizione del Rapporto Assogestioni-Censis, presentata in occasione della plenaria di chiusura del Salone. “Il Rapporto”, ha detto nel suo intervento alla plenaria Giorgio De Rita, segretario generale del Censis, “individua quattro gruppi di risparmiatori: gli impauriti, i cauti, gli investitori moderati e quelli (un po’) più audaci”. E mette a fuoco “il loro rapporto con i consulenti: il livello di fiducia verso i consulenti è alto, gli italiani cercano rassicurazione e chiedono competenza e comprensione delle proprie specifiche esigenze”.

Secondo i dati Censis, il 40% degli italiani conosce gli strumenti del risparmio gestito e, tra questi, il 46,2% ne ha fiducia. E fiducia è appunto il concetto chiave, come ha sottolineato Miranda. “La catena della fiducia posso crearla aiutando il cliente a fare le scelte migliori per se stesso”. Anche e soprattutto in un contesto di incertezza. “L’incertezza non è una novità”, ha aggiunto Sandri, “ne abbiamo viste altre, per esempio nel 2008-2009, e ne vedremo altre. Risposte certe non ne possiamo dare, ma possiamo essere il più pragmatici e pratici possibile”, aiutando l’investitore a individuare le soluzioni che più fanno al caso suo.

A domanda rispondo: quattro lezioni su risparmio e futuro

Ma gli investitori sono davvero pronti a farsi aiutare e, soprattutto, sanno quant’è importante tale aiuto? A questo punto della conferenza, al pubblico in sala e a quello collegato online sono state rivolte quattro domande: dalle risposte, puoi agevolmente trarre quattro lezioni molto utili per il tuo risparmio e per il futuro. Le vediamo qui di seguito.

“Bisogna essere degli esperti per investire?”

L’80% di chi ha risposto, tra pubblico in sala e quello da remoto, ha cliccato sull’opzione secondo la quale “con un bravo consulente al mio fianco e con gli strumenti giusti, posso anche non essere esperto”. E questa, secondo Morace, è una delle lezioni della pandemia: non ci si può improvvisare. Non si può fare da sé, hanno concordato Miranda e Sandri: è come voler diventare ingegneri edili quando si deve ristrutturare casa.

“I mercati sono imprevedibili e rischiosi, ma lo è anche un investimento diversificato?”

Secondo la maggioranza di chi ha risposto, con un portafoglio diversificato i rischi si abbassano notevolmente. Vero.

“Quale percentuale di liquidità mantenere per gestire gli imprevisti?”

In questo caso, la risposta più gettonata è stata “il 10% del patrimonio totale è ragionevole”. Qual è, però, quella giusta? Dipende: la risposta deve darla il consulente finanziario alla luce della situazione e delle esigenze dell’investitore.

“Cosa vorresti dal tuo consulente?”

Tra il pubblico in sala e quello collegato da casa, è emerso che quasi il 40% vorrebbe “un aiuto concreto per comprendere le mie esigenze nelle diverse fasi della vita”. Ed è, tutto sommato, una scelta saggia.

Fermo restando che in ogni fase è sempre bene mantenere salda una visione di lungo periodo. Chi investe, può farlo avvalendosi della consulenza di un professionista. E, a quanto pare, sempre più italiani ne sono consapevoli.

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