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Inflazione: tanti stimoli e tassi bassi fanno scattare l’allerta

Con la ripartenza dopo la pandemia i mercati si aspettano un balzo dell’inflazione e, quindi, un deciso cambio di passo da parte delle banche centrali

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Che ansia l’inflazione

Il super aumento dei prezzi di beni e servizi che potrebbe scattare da un momento all’altro è il tema del momento: l’idea che attraversa i mercati – e che ha portato il Treasury USA a dieci anni sopra l’1,7% di rendimento dallo 0,9% di inizio anno, a scapito dell’azionario a stelle e strisce, che comunque si è difeso – è che consumi e investimenti a lungo frenati possano esplodere con la ripartenza post emergenza Covid. Al momento, però, la fiammata inflazionistica sembra ancora al di là da venire: secondo i dati diffusi a marzo, nel mese di febbraio l’inflazione negli Stati Uniti è salita dello 0,4% rispetto a gennaio e dell’1,7% rispetto al 2020; nell’area euro ha registrato un +0,9% appena rispetto allo stesso mese del 2020. In generale, i listini hanno beneficiato delle attese di un’uscita non più così lontana dal tunnel pandemico, oltre che degli stimoli monetari e fiscali.

Le mosse delle banche centrali

La BCE si è riunita l’11 marzo e ha fatto sapere di essere pronta ad aumentare in maniera significativa gli acquisti di titoli di Stato nel prossimo trimestre per sostenere l’economia. Fermi i tassi d’interesse. La Fed ha ritoccato al rialzo le stime di crescita negli USA, ma ha assicurato che i tassi rimangono fermi, oggi e nei prossimi due anni. Anche la Bank of England e la banca centrale cinese hanno confermato i tassi. La Bank of Japan ha ritoccato gli acquisti di ETF azionari, lasciando intendere che tali acquisti caleranno ulteriormente.

Banchieri centrali, parte seconda

Nel bollettino economico diffuso a marzo, la Banca Centrale Europea stima per l’eurozona una crescita annua del PIL del +4% nel 2021, del +4,1% nel 2022 e del +2,1% nel 2023. “L’incertezza continua a caratterizzare le prospettive economiche a breve termine”, si legge nel bollettino, ma le misure adottate sostengono “le aspettative di un recupero solido”. Negli Stati Uniti, la segretaria al Tesoro Janet Yellen e il presidente della Fed Powell sono intervenuti per la prima volta insieme alla Camera dei Rappresentanti: non è attesa un’impennata dell’inflazione, è stata la posizione ribadita, mentre Yellen considera possibile un ritorno alla piena occupazione già nel 2022. In un’intervista, Powell ha ripetuto ancora una volta che il processo per mettere fine agli aiuti “sarà graduale” e avverrà in “grande trasparenza”.

Petrolio sotto la lente

Nella terza decade del mese il prezzo del barile ha fatto un po’ su e giù sull’onda delle notizie dal canale di Suez, dove una poderosa portacontainer si era incagliata bloccando il passaggio alle altre navi e quindi, di fatto, un’importante rotta commerciale. Poi di nuovo ha ripreso quota, alla luce della notizia secondo cui la Russia è per una stabilità della produzione. Che, a fronte di una domanda attesa in aumento con l’uscita delle grandi economie dalla pandemia, significa quotazioni in rialzo.

Ma chi esce dalla pandemia?

Non l’Italia, almeno per ora: il governo Draghi e le Regioni hanno disposto nuove chiusure, mentre si tenta di imprimere un’accelerazione alle vaccinazioni. Un tentativo che a marzo si è dovuto scontrare con qualche notizia avversa: se da una parte EMA e AIFA hanno dato il via libera al vaccino monodose Johnson&Johnson, le somministrazioni di AstraZeneca sono state momentaneamente sospese per accertamenti dopo alcuni eventi fatali, e poi sono riprese.

Come siamo messi?

L’ISTAT ha fatto sapere che nel 2020 il PIL italiano è andato sotto i 1.600 miliardi per la prima volta negli ultimi 23 anni, con un -8,9% rispetto al 2019. Il rapporto deficit/PIL si è posizionato attorno al 9,5%, quello debito/PIL al 155,6%. A gennaio, secondo Bankitalia, il debito delle amministrazioni pubbliche ha rotto il tetto dei 2.600 miliardi di euro: nuovo record. Varato a marzo il decreto Sostegni.

E negli Stati Uniti?

Ok definitivo dalla Camera al piano di rilancio da 1.900 miliardi di dollari, che ha anche ricevuto la firma del presidente Biden: è il più grande stanziamento di denaro federale dalla Grande Depressione. A fine mese Biden ha annunciato i dettagli del piano “Build back better” da oltre 2mila miliardi di dollari, per rilanciare occupazione e infrastrutture: sarà finanziato da un incremento delle tasse.

Le previsioni dell’OCSE

Secondo l’Interim Economic Outlook dell’OCSE, il PIL globale dovrebbe crescere del +5,6% nel 2021 e del +4% nel 2022. L’Italia dovrebbe registrare un +4,1% nel 2021 (+3,9% l’area euro) e un +4% nel 2022 (+3,8% l’eurozona). Per la Cina, l’OCSE prevede nel 2021 un +7,8%.

Washington vs. Pechino

Ad Anchorage, in Alaska, il segretario di Stato USA Antony Blinken e il consigliere per la sicurezza nazionale Jack Sullivan hanno incontrato i responsabili della diplomazia cinese Yang Jiechi e Wang Yi, facendo loro presente che dal punto di vista USA le azioni di Pechino nello Xinjiang, a Hong Kong e a Taiwan minacciano la stabilità globale. La delegazione cinese ha replicato che gli USA non hanno il diritto di rivolgersi alla Cina da una posizione considerata di forza. La rappresentante per il Commercio Katherine Tai ha detto che gli USA non sono pronti a cancellare i dazi sull’import dalla Cina, ma sono “aperti a negoziare” con la controparte.

Tempo di Assemblea

Si è svolta la plenaria dell’Assemblea Popolare Nazionale Cinese. Presentata la bozza del 14esimo Piano quinquennale e quella del programma degli obiettivi a lungo termine per il 2035. La Cina ha fissato “sopra il 6%” il target di crescita del PIL nel 2021. Target di circa il 3,2% per il rapporto deficit/PIL e intorno al 3% per l’inflazione.

A Elon Musk piacciono le criptovalute

Bitcoin ha sfondato quota 61.000 dollari a metà marzo (salvo poi ripiegare). Elon Musk ha ufficializzato via Twitter che sarà possibile acquistare auto Tesla nella criptovaluta più famosa, da subito negli Stati Uniti e più avanti negli altri Paesi. A proposito di Musk: il ceo di Tesla ha fatto sapere di avere intenzione di comprare un cane Shiba Inu, razza originaria del Giappone mascotte della criptovaluta Dogecoin. Esiste però anche una criptovaluta, poco nota, che si chiama Shiba Inu e che, alla fine, ha beneficiato del tweet al posto di Dogecoin. Poi c’è PayPal, che negli States inizierà a consentire l’utilizzo delle criptovalute per i pagamenti online.

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