Vuoto a rendere, cronache dai Paesi dove si ricicla meno (ma si risparmia di più)
In Italia siamo tra i campioni europei del riciclo. Come riporta il Sole 24 Ore, nel 2024 abbiamo riciclato oltre l’85% del totale dei rifiuti trattati, ben oltre la media UE. Un risultato importante, che ci fa onore. Eppure, si potrebbe fare ancora meglio.
Il vuoto a rendere è una pratica molto diffusa in vari Paesi europei che consiste nel restituire gli imballaggi vuoti una volta utilizzati, spesso in cambio di una cauzione pagata al momento dell’acquisto. I vuoti a rendere per eccellenza sono le bottiglie di vetro, ma il sistema funziona anche con la plastica e altri imballaggi.
Come funziona il vuoto a rendere in Nord Europa
In Paesi come Germania e Olanda, il vuoto a rendere è la regola, sia per la plastica, sia per il vetro. Quando compri una bottiglia di birra, vino, acqua o succo, paghi una piccola cauzione (Pfand in tedesco, statiegeld in olandese), che ti viene restituita quando riporti il contenitore vuoto al supermercato. Il sistema è automatizzato. Nella maggior parte dei supermercati sono presenti delle macchine dove consegnare i vuoti. Tu inserisci la bottiglia e ricevi un buono da usare per la spesa. Per facilitare il riuso, molte marche di alcolici e bevande utilizzano bottiglie di forma standard. In Germania, il vuoto a rendere riguarda anche lattine e contenitori di latte e yogurt. In media, una bottiglia di vetro può fare fino a 40 rotazioni, una di plastica fino a 20.
Il vuoto a rendere aiuta i più poveri
Immagina di fare una grigliata al parco. Tu e i tuoi amici stappate una bottiglia dopo l’altra. Alla fine, raccogliete i rifiuti e tutte le bottiglie vuote. Ecco, se foste in Germania, probabilmente lascereste le bottiglie vicino ai cestini della spazzatura. Così, non dovreste portarle a casa, e qualcuno le riporterà al supermercato per chiedere indietro la cauzione. Questa pratica è quella tipica dei Pfandsammler: le persone che raccolgono bottiglie abbandonate per incassare il deposito.
Perché in Italia non si usa il vuoto a rendere?
In Italia, il vuoto a rendere è stato usato fino agli anni ’70, soprattutto per il vetro. Poi è stato gradualmente abbandonato con l’arrivo della plastica e le pressioni dell’industria degli imballaggi, che si è sempre opposta a questa pratica ecologica. Così, secondo quanto riporta Linkiesta, al giorno d’oggi in Italia meno del 10% delle bottiglie di vetro viene riutilizzato, contro il 70% dei Paesi del Nord Europa.Eppure, l’interesse c’è: tanto che l’83% degli italiani sarebbe favorevole alla sua reintroduzione.
Vuoto a rendere o riciclo?
D’altro canto, perché lavare una bottiglia di vetro, buttarla, ridurla in migliaia di minuscoli pezzettini, per poi fonderli e creare una nuova bottiglia, quando si potrebbe semplicemente riutilizzarla? Per quanto accurato, il riciclo non riduce il numero di rifiuti e non fa nulla per disincentivare la produzione di nuovi imballaggi.
I vantaggi del vuoto a rendere
- Riduce i rifiuti in circolazione: meno bottiglie prodotte significa meno bottiglie abbandonate. E meno plastica nei parchi e nei mari.
- Riduce le emissioni: riutilizzare consuma meno energia che riciclare. Una bottiglia in vetro riusata 40 volte consuma riduce dell’85% la CO2 emessa rispetto al nuovo.
- Riduce la dispersione per strada: se una bottiglia “vale”, è meno probabile che venga buttata in giro. E così diventa più semplice ridurre l’impatto della plastica.
- Fa risparmiare: per le amministrazioni, che spendono meno in raccolta e smaltimento, e per i cittadini, che recuperano la cauzione
- Può diventare un piccolo guadagno: dopo una festa, riportare le bottiglie può significare qualche euro in tasca per fare una bella colazione!
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