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MES in versione light: sai come funziona?

L’Eurogruppo ha dato il via libera alla nuova versione del MES, una linea di credito a condizioni agevolate per i Paesi messi in ginocchio dall’emergenza Covid.

Come funziona il nuovo MES. Sarà operativo dal 1^ giugno il nuovo Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), che consentirà agli Stati europei messi in ginocchio dall’emergenza Covid di accedere a finanziamenti agevolati per affrontare le spese sanitarie e di prevenzione legate alla pandemia. In base all’accordo raggiunto a inizio maggio dall’Eurogruppo, i Paesi che lo riterranno necessario potranno spendere fino al 2% del PIL e ottenere prestiti con interessi pari allo 0,1% per una durata massima di dieci anni. Per l’Italia questo equivale a circa 36 miliardi di euro.
L’unica condizione da rispettare, almeno nel primo periodo, sarà impiegare i soldi ottenuti dalla linea di credito per coprire le spese sanitarie sostenute a causa della pandemia. La linea di credito – con una potenza di fuoco complessiva da 240 miliardi di euro – sarà disponibile dal primo giugno 2020 per 12 mesi (rinnovabili per altri 12, quindi in definitiva fino al 2022) e, per attivarla ufficialmente servirà una decisione del board dei governatori del MES.

Un accesso semplificato.

Si tratta dunque di una versione decisamente “light” rispetto al tradizionale MES in vigore dal 2012 – quello per intenderci a cui ebbe accesso la Grecia ai tempi della ristrutturazione del suo debito sovrano. Otto anni fa infatti le condizioni per ottenere i finanziamenti erano particolarmente severe in termini di misure di austerità – richiesta di aggiustamenti macroeconomici (cioè sostanzialmente misure per cambiare il modo in cui lo stato spende i soldi pubblici) e stretta sorveglianza delle istituzioni europee sull’economia del paese debitore – motivo per cui inizialmente l’ipotesi del ricorso al MES per la gestione dell’emergenza covid ha fatto alzare più di un sopracciglio.
Alla fine, alcune delle condizionalità più stringenti sono state eliminate, nel tentativo di agevolare l’accesso al MES in un momento storico senza precedenti. “Ho lavorato molto perché il MES fosse disponibile senza condizionalità e con caratteristiche che lo rendono particolarmente interessante per paesi con tassi di interesse elevati, e tra questi c’è l’Italia” ha detto il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni.

I dubbi restano…

Vero è che la misura proposta dalla Commissione, e accettata dall’Eurogruppo, non elimina definitivamente tutte le condizioni legate ai prestiti del MES, regolate del resto da diverse leggi europee difficili da modificare – ed è per questo motivo che molti Stati, tra cui l’Italia, guardano ancora con scetticismo al fondo. Cosa significa?
Per esempio, quando la linea di credito agevolata non sarà più disponibile, i prestiti saranno gestiti secondo l’articolo 14 del regolamento europeo 472/2013. Il quale prevede che la Commissione Europea possa “raccomandare delle misure correttive” ai paesi debitori. Insomma, dopo il 2022 la Commissione potrebbe cambiare le carte in tavola – un’ipotesi remota ma che non si può escludere con certezza.

Altri strumenti in arrivo.

Detto questo, il nuovo MES appare comunque come uno strumento valido: per uno stato in difficoltà economiche è quasi impossibile accedere a un prestito a condizioni così favorevoli, sia per quanto riguarda il tasso di interesse sia per le condizioni in caso di insolvenza.
Intanto la Commissione Ue è al lavoro anche su altri strumenti volti a fronteggiare le conseguenze economiche della crisi: dalla “cassa integrazione europea”, il cosiddetto “SURE”, Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency, al Fondo paneuropeo di garanzia della Bei per le imprese, fino al Recovery Fund che potrebbe vedere la luce in estate.

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