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L’Europa come Bebe Vio: “straordinaria e unica”

Ursula von der Leyen parla delle priorità europee nel discorso sullo stato dell’Unione. L’atleta paralimpica italiana citata come ispirazione, per cambiare

Un’Europa con un’anima e una visione in cui i giovani possano credere.

E sono proprio loro, i giovani, la chiave di volta di tutto il discorso sullo stato dell’Unione tenuto di fronte al Parlamento Europeo dalla presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen lo scorso 15 settembre.

Premessa: il discorso sullo stato dell’Unione è un intervento che il/la presidente in carica della Commissione Europea tiene ogni anno di fronte al Parlamento UE a Strasburgo, durante la sessione plenaria di settembre, per fare il punto sulla situazione, tra tappe raggiunte e prossimi obiettivi.

Quello di quest’anno è veramente densissimo: parte dalla pandemia e arriva alla crisi climatica passando per le sfide digitali e geopolitiche. Con una chiave di volta, come detto: la prossima generazione. Non a caso, uno dei principali cantieri aperti si chiama “Next Generation EU”. Ma procediamo con ordine.

“Rafforzare l’anima della nostra Unione”

Un discorso densissimo, dicevamo, come denso è il suo titolo: “Rafforzare l’anima della nostra Unione. E si parte infatti da una citazione di livello. “Robert Schuman ha detto: l’Europa ha bisogno di un’anima, di un ideale e della volontà politica di perseguire questo ideale”. Secondo la presidente, negli ultimi 12 mesi l’Europa ha tradotto in realtà queste parole. “Nella più grande crisi sanitaria mondiale degli ultimi cento anni, abbiamo scelto di agire insieme e così ogni regione d’Europa ha avuto le medesime possibilità di accesso ai vaccini salva-vita”.

Non solo. “Nella più grave crisi economica mondiale degli ultimi decenni, abbiamo scelto di agire insieme, con Next Generation EU. Nella più ardua crisi planetaria della storia, abbiamo scelto nuovamente di agire insieme, con il Green Deal europeo. E abbiamo fatto tutto questo insieme: come Commissione, come Parlamento e come 27 Stati membri. L’Europa ha agito unita. Possiamo esserne fieri”. Ma la pandemia non è ancora alle nostre spalle. “Anche il prossimo anno”, ha avvertito la presidente UE, “la nostra forza di carattere sarà messa a dura prova. Osservando la nostra Unione, so per certo che l’Europa supererà questa prova. E quello che mi dà questa certezza è l’ispirazione che possiamo trarre dai giovani europei”.

Europa unita nell’avversità e nella ripresa

Nell’area UE, oltre il 70% degli adulti ha ricevuto una vaccinazione completa. Ma non è il caso di adagiarsi. “La nostra prima – e più urgente – priorità consiste nell’accelerare il piano per la vaccinazione anti Covid 19 a livello mondiale”. Perciò “Team Europa sta investendo un miliardo di euro per rafforzare la capacità di produrre vaccini a mRNA in Africa. Ci siamo già impegnati a condividere 250 milioni di dosi. E la Commissione aggiungerà una nuova donazione di altre 200 milioni di dosi entro la metà del prossimo anno. È un investimento nella solidarietà, ma anche nella salute mondiale”.

La seconda priorità consiste nel portare avanti gli sforzi anche in Europa, lavorando per rimuovere le differenze tra i tassi di vaccinazione nell’Unione, che “sono preoccupanti”, e facendo il possibile per garantire che la pandemia “non si trasformi in una pandemia dei non vaccinati”. Soprattutto, occorre “rafforzare la nostra preparazione alle pandemie”.

L’inizio di una nuova Hera

Ecco quindi l’incubatore Hera, che rappresenterà una risorsa enorme per far fronte alle future minacce sanitarie più rapidamente e in modo migliore. “Abbiamo dimostrato che quando agiamo insieme siamo in grado di agire rapidamente”, ha dichiarato la presidente, citando il certificato digitale dell’UE e SURE, che ha sostenuto più di 31 milioni di lavoratori e due milioni e mezzo di imprese in tutta Europa.

“Abbiamo tratto degli insegnamenti dalle nostre esperienze passate, quando eravamo troppo divisi e troppo in ritardo. La differenza è netta: la scorsa volta ci sono voluti otto anni per far tornare il PIL della zona euro ai livelli pre-crisi. Stavolta ci aspettiamo che 19 Paesi tornino ai livelli pre-pandemia nel corso dell’anno, con gli altri che li seguiranno a breve”.

Prossimo obiettivo: la sovranità tecnologica europea

“Con Next Generation EU, investiremo sia nella ripresa a breve termine che nella prosperità a lungo termine. Affronteremo i problemi strutturali della nostra economia” e, come mai prima d’ora, “investiremo nel 5G e nella fibra. Ma altrettanto importante è l’investimento nelle competenze digitali”. E qui von der Leyen ha introdotto il concetto, non di poco conto, di “sovranità tecnologica europea”. Un esempio? I semiconduttori.

“Non esiste digitale senza chip. Mentre parliamo, intere linee di produzione stanno già lavorando a velocità ridotta, nonostante la domanda crescente, proprio per la carenza di semiconduttori. Ora dipendiamo dai chip di ultima generazione fabbricati in Asia”. Che fare, dunque? “È nostra intenzione presentare una nuova legge europea sui semiconduttori” per creare “un ecosistema europeo dei chip che sia all’avanguardia, inclusa la produzione. Così ci garantiremo la sicurezza dell’approvvigionamento e svilupperemo nuovi mercati per una tecnologia europea innovativa”.

Il modello europeo: un’economia sociale di mercato

E poi c’è il pilastro europeo dei diritti sociali: posti di lavoro dignitosi, condizioni di lavoro giuste, una migliore assistenza sanitaria e un buon equilibrio di vita. Insomma, un’“economia sociale di mercato” nella quale “è giusto che le imprese realizzino profitti”, ma è anche giusto che paghino un contributo affinché l’Europa dal canto suo possa garantire infrastrutture di qualità, sicurezza sociale e adeguati sistemi di istruzione. Tutte cose di cui le imprese stesse hanno bisogno.

“Per questo continueremo a combattere l’evasione e la frode fiscale. Proporremo un progetto di legge per combattere i profitti dissimulati grazie alla copertura di società di comodo. E faremo di tutto per portare a termine lo storico accordo mondiale sul tasso minimo di imposta sulle società”.

L’Europa riparta dai giovani. E da Bebe Vio

“La nostra Unione deve avere un’anima e una visione in cui i giovani possano credere. Per questo proporremo che il 2022 sia l’anno europeo dei giovani”. Dici “giovani” e pensi “futuro”. Ma dici “futuro” e pensi alla crisi climatica in corso. “L’anno scorso ho annunciato il nostro obiettivo di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030. Da allora, insieme, abbiamo trasformato i nostri obiettivi climatici in obblighi giuridici”. Ce n’è ancora di strada da fare: c’è, per esempio, la transizione verde, che “deve essere equa”.

Ma in ogni caso, per quanto imperfetta, “la nostra Unione è straordinaria nella sua unicità e unica nella sua straordinarietà”. È un’Unione “con un’anima”, incarnata dall’ospite d’onore voluta dalla presidente UE: l’atleta paraolimpica Beatrice “Bebe” Vio, “fedele alla sua convinzione secondo cui, se sembra impossibile, allora si può fare. Questo”, ha continuato la presidente, “è lo spirito dei fondatori dell’Europa e questo è lo spirito della prossima generazione dell’Europa. Facciamoci dunque ispirare da Bebe e da tutti i giovani che cambiano la nostra percezione di ciò che è possibile”. Questo è il futuro dell’Europa, ha concluso Ursula von der Leyen. “Rendiamola più forte, insieme”.

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