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Le dimensioni del rischio finanziario: conoscerle senza temerle

Ogni scelta, nella vita, implica una dose di rischio. L’importante è sapere come gestirlo per non farsi cogliere impreparati e portare a casa buoni risultati.

Il rischio rappresenta una componente fisiologica sempre e in ogni aspetto della nostra vita, investimenti inclusi. In casi eccezionali, questa componente diventa patologica. Per questo è importante conoscere il rischio e le sue dimensioni: per saper distinguere quando esso è classificabile come “fisiologico” e quando invece, appunto, assume i contorni del “patologico”. Già, ma cosa sanno gli italiani di rischio finanziario? Ecco cosa ci dice Consob nel più recente Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane.

“Sebbene in lieve crescita, le conoscenze finanziarie non sono ancora sufficientemente diffuse né rispetto ai concetti di base (ad esempio, la nozione di diversificazione degli investimenti è compresa solo dal 50% degli intervistati) né rispetto agli strumenti finanziari (la quota di risposte corrette a domande su conto corrente, azioni, obbligazioni e fondi comuni di investimento rimane al di sotto del 60%) né rispetto alle dimensioni del rischio finanziario (in particolare, la percentuale di intervistati che ha familiarità con le nozioni di rischio di credito, di mercato e di liquidità oscilla tra il 20% e il 49%)”.

E tu, quanta familiarità hai con le nozioni di rischio di credito, di mercato e di liquidità? Insomma, è bene conoscere il rischio per non farsi prendere alla sprovvista. Senza contare che ci sono diverse strategie per ridurlo e che non tutti gli strumenti sono rischiosi allo stesso modo. Ma, tanto per iniziare, poniamoci una domanda.

Che cos’è il rischio negli investimenti?

In poche parole, il rischio consiste nella possibilità che il rendimento di un investimento si discosti in peggio rispetto alle attese, fino al punto di generare una perdita più o meno ampia. Va monitorato nell’ottica della sua relazione con il rendimento potenziale: in linea di massima, maggiore è il primo, più alto è il secondo.

Certo, in alcune situazioni può capitare che i rischi elevati non siano adeguatamente remunerati in termini di rendimento, ma si tratta, appunto, di un’eccezione. Di solito, per ottenere rendimenti elevati bisogna assumersene i conseguenti rischi. Non dare perciò ascolto a chi ti propone “la luna nel pozzo”: in economia, infatti, non esistono “pasti gratis”. Un investimento che promette un rendimento annuo del 25% praticamente sicuro – e quindi a rischio nullo o quasi – non è una cosa seria. Anzi, consentici di essere più trancianti: è una vera e propria truffa.

Tutto ciò chiarito, tieni sempre presente che il rendimento è determinato da due fattori:

  • la scelta di rinunciare – non destinandola ad altre voci di spesa – a una somma di denaro per un certo periodo di tempo;
  • il rischio, più o meno pronunciato, di registrare una perdita (parziale o totale) sul capitale investito.

Ovviamente, più grandi sono la rinuncia e/o il rischio, maggiore è la ricompensa offerta. La logica sottostante è un po’ questa.

I tre principali tipi di rischio

I rischi possono essere di diversa natura, e spesso si intersecano tra di loro.

  • C’è il rischio di credito, e cioè la possibilità che il debitore non sia in grado di restituire, in tutto o in parte, il prestito che ha ricevuto: vale, per esempio, per l’investimento obbligazionario, che presuppone un prestito da parte dell’investitore all’emittente dell’obbligazione.
  • C’è il rischio di mercato, che si verifica quando il valore dell’investimento, per esempio un titolo che abbiamo acquistato, si riduce in conseguenza delle oscillazioni delle Borse.
  • Infine può accadere che, per diversi motivi, lo strumento che abbiamo comprato diventi improvvisamente più difficile da vendere: ed ecco il rischio liquidità.

Un aumentato rischio di credito rende lo strumento più difficile da vendere, accentuando il rischio liquidità: e questo è il motivo per cui ti dicevamo che i rischi spesso si intersecano. Ma, come ti abbiamo detto tante volte, anche l’inflazione è un rischio. Non solo perché le sue fiammate non sempre sono prevedibili, ma anche perché, se non stai attento e magari lasci troppi soldi sul tuo conto corrente, si pappa una fetta dei tuoi risparmi.

Come gestire il rischio?

E quindi ok, il rischio è una componente ineliminabile di ogni investimento. Per fortuna, però, ci sono diversi modi per gestirlo, a cominciare dalla diversificazione. Ogni portafoglio d’investimento, infatti, ha un suo grado di rischio complessivo che, se ti affidi a un consulente finanziario, risulta rapportato alle tue esigenze e al tuo profilo, ma che non è mai dato dalla semplice somma dei rischi dei singoli strumenti finanziari che lo compongono.

Se il portafoglio è ben bilanciato, infatti, i rischi non si sommano ma si compensano l’un l’altro. Tieni però presente che, esattamente come nella vita, non è mai possibile azzerarli del tutto. Perciò, con l’aiuto del tuo consulente finanziario, tieni monitorato il portafoglio ma senza lasciarti troppo distrarre – come ti diciamo sempre – dalle oscillazioni quotidiane. Nel tempo, infatti, può accadere che il rischio complessivo cambi oppure che non sia più in linea con i tuoi bisogni e aspettative. In ogni caso, calma e sangue freddo.

Metodo e buon senso per affrontare i rischi

Ogni strumento finanziario ha un grado di rischio diverso che dipende dalle sue caratteristiche. Vediamole.

  • Tipo di strumento. Azioni, obbligazioni e così via. Per esempio, se acquisti azioni partecipi al rischio di impresa. Se investi in obbligazioni, invece, ti assumi un rischio di credito.
  • Emittente. Stati, aziende, eccetera. Ognuno ha una maggiore o minore affidabilità (che in genere è molto elevata per gli Stati), valutata dalle agenzie di rating.
  • Valuta di denominazione. Dollari, yen, euro e chi più ne ha più ne metta. In questo caso ti esponi alle variazioni del tasso di cambio.
  • Area geografica o settore merceologico.
  • Mercato di quotazione. Può essere regolamentato, come le Borse, o non regolamentato, come i cosiddetti mercati over the counter (otc).

Il succo del discorso è per affrontare il rischio servono metodo e buon senso. Per questo l’aiuto del consulente finanziario è fondamentale: solo un professionista, infatti, può consigliarti sulla strategia d’investimento migliore, alla luce delle tue esigenze.

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Il presente articolo è stato redatto dal team del blog AdviseOnly.com e ha una finalità esclusivamente informativa. Non va quindi inteso in alcun modo come consiglio finanziario, economico o di altra natura e nessuna decisione, di investimento o di altro tipo, deve essere presa unicamente sulla base dei contenuti qui riportati. L’articolo non costituisce da parte di AdviseOnly.com un’offerta al pubblico d’acquisto o vendita di titoli e più in generale di strumenti finanziari e/o attività di sollecitazione all’investimento, ai sensi del decreto legislativo 24/02/1998, n. 58.