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Azioni e obbligazioni: sei sicuro di sapere la differenza?

Sono i due strumenti finanziari più diffusi ma sono in pochi, secondo la Consob, a saperli distinguere. Vediamo di capire perché sono diversi e cosa cambia per chi vuole investire.

Se anche tu stai pensando che distinguere tra azioni e obbligazioni è facile, be’, sappi che sei tra i pochi in Italia a riuscirci. Che nel nostro Paese la cultura finanziaria non sia particolarmente diffusa è ormai abbastanza assodato, come ha confermato anche la Consob nel suo ultimo Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane.

L’analisi è basata su un sondaggio realizzato da GfK Italia su un campione di 1.436 persone. Risultato? Le conoscenze finanziarie non sono ancora sufficientemente diffuse né rispetto ai concetti di base - come la nozione di diversificazione, compresa solo da un intervistato su due - né rispetto agli strumenti finanziari. La percentuale di risposte corrette a domande su conti correnti, azioni e obbligazioni è infatti inferiore al 60%.

Se anche tu non hai molta dimestichezza con questi concetti allora sei sull’articolo giusto. Altrimenti, fai un ripasso, che non fa mai male, insieme a noi.

Azioni e obbligazioni: cosa sono?

Azioni e obbligazioni sono strumenti finanziari che servono alle imprese per raccogliere sui mercati la liquidità necessaria a portare avanti la loro attività e farla crescere. Dal punto di vista dei risparmiatori, sono strumenti di investimento.

Azioni: cosa sono e come funzionano

Le azioni sono quote del capitale della società. Ciò significa che chi le compra diventa un azionista: un socio, insomma, e come tale partecipa al cosiddetto “rischio d’impresa”. In cambio del suo investimento, l’azionista matura il diritto a ricevere una percentuale (proporzionata al numero di azioni che ha acquistato) dell’eventuale utile (il dividendo) prodotto dall’azienda.

Se poi decide di vendere, incassa l’equivalente del valore delle azioni, che può essere più alto o più basso rispetto a quando le ha sottoscritte. Nel primo caso, l’azionista realizza una plusvalenza (ci guadagna), nel secondo una minusvalenza (ci perde).

Obbligazioni: le caratteristiche dello strumento

Le obbligazioni rappresentano di fatto un prestito concesso da chi le acquista a favore di chi le emette (una società o uno Stato). Di conseguenza, il primo – l’obbligazionista – è un creditore, mentre il secondo è un debitore. A una certa scadenza, l’obbligazionista ha diritto a ricevere indietro il capitale investito (“prestato” all’emittente): nel frattempo, però, incassa gli interessi (cedole).

Esempio più noto di obbligazioni sono i titoli di Stato, come i BOT o i BTP italiani, con cui i governi finanziano spese e investimenti. In questo caso, l’investitore che sottoscrive il BTP è il creditore. Lo Stato, che beneficia del credito, è tenuto a versargli un tasso di interesse fisso (come previsto, per esempio, per il BTP ordinario) o variabile (è il caso del BTP Italia, indicizzato all’inflazione) a cadenza periodica per tutta la durata dell’obbligazione e a rimborsare il capitale alla scadenza.

Esistono diversi tipi di azioni…

Le azioni non sono tutte uguali e conferiscono agli azionisti diritti diversi. Qui di seguito trovi le principali tipologie.

  • Azioni ordinarie: danno diritto alla partecipazione alle assemblee dei soci e a ottenere i dividendi nel caso in cui la società produca utili e il consiglio di amministrazione (cda) decida di distribuirne una parte.
  • Azioni privilegiate: garantiscono una priorità rispetto a quelle ordinarie sia per quanto riguarda la distribuzione dei dividendi sia per il rimborso del capitale in caso di scioglimento della società.
  • Azioni di risparmio: si rivolgono ai risparmiatori “cassettisti” e chi le acquista non può votare in assemblea ma ha il diritto a ottenere un dividendo maggiorato rispetto sia all’azionista ordinario che a quello privilegiato.

… e di obbligazioni

Come le azioni, anche le obbligazioni sono di diverso tipo, a seconda dei diritti assicurati a chi le possiede. Ecco le principali categorie.

  • A cedola fissa: gli interessi non variano nel tempo.
  • Indicizzate o a cedola variabile: il rendimento è variabile, poiché il tasso di interesse applicato dipende da alcuni parametri come l’inflazione o l’andamento del tasso Euribor.
  • Zero coupon o senza cedola: non pagano una cedola periodica (per esempio a carattere semestrale o annuale), ma forniscono ai titolari un rendimento calcolato come la differenza tra il prezzo di acquisto del titolo (“sotto la pari”) e il suo prezzo di rimborso (“alla pari”). Obbligazioni statali zero coupon sono i BOT e i CTZ.
  • Perpetue: non hanno una scadenza e quindi non c’è rimborso finale del capitale, però assicurano il pagamento di un tasso di interesse fisso a tempo indeterminato.
  • Strutturate: il rendimento è legato a un’attività sottostante, che può essere un titolo azionario, un gruppo di titoli, una valuta.
  • Convertibili: si tratta di obbligazioni che possono essere convertite in azioni. L’investitore, quindi, da obbligazionista diventa azionista.

Quanto rendono azioni e obbligazioni?

Entrambi gli strumenti consentono ai risparmiatori di investire il proprio denaro, ma la logica sottostante alla remunerazione del capitale investito è diversa. La sintetizziamo molto brevemente, giusto per inquadrare il tema.

  • Nel caso delle obbligazioni, il rendimento è un modo per remunerare l’investitore per la sua rinuncia a impiegare il capitale investito in altra maniera e per i rischi, più o meno bassi, che si assume sottoscrivendo l’obbligazione: è un po’ come l’interesse che paghiamo noi alla banca per il finanziamento che ci ha concesso.
  • Nel caso delle azioni, il rendimento è il risultato della sua scelta di partecipare al rischio d’impresa diventandone azionista: come detto, tale remunerazione si ottiene incassando i dividendi ed eventualmente le plusvalenze.

Investire: meglio le azioni o le obbligazioni?

La scelta preferibile è sempre un mix tra strumenti finanziari di natura diversa: solo una diversificazione attenta e personalizzata, infatti, che può consentire di attutire i contraccolpi della volatilità e delle eventuali fasi di incertezza sui mercati.

Quando ci sono in gioco le tue tasche, comunque, ricorda che è sempre bene farti aiutare da un professionista serio: con ING puoi contare sul tuo Financial Coach che ti affiancherà nella scelta delle strategie di investimento più adeguate alle tue esigenze.

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Il presente articolo è stato redatto dal team del blog AdviseOnly.com e ha una finalità esclusivamente informativa. Non va quindi inteso in alcun modo come consiglio finanziario, economico o di altra natura e nessuna decisione, di investimento o di altro tipo, deve essere presa unicamente sulla base dei contenuti qui riportati. L’articolo non costituisce da parte di AdviseOnly.com un’offerta al pubblico d’acquisto o vendita di titoli e più in generale di strumenti finanziari e/o attività di sollecitazione all’investimento, ai sensi del decreto legislativo 24/02/1998, n. 58.