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Investire: cosa ci insegna Munger, il braccio destro di Buffett

È stato l’amico e il socio di una vita di Warren Buffett, l’oracolo di Omaha: scopriamo il punto di vista di Charlie Munger, recentemente scomparso.

“Berkshire Hathaway non sarebbe arrivata al suo stato attuale senza l’ispirazione, la saggezza e la partecipazione di Charlie Munger”. Con queste parole Warren Buffett ha dato l’addio al suo socio, amico e fidato consigliere, che si è spento a fine novembre all’età di 99 anni in California, Stati Uniti d’America.

L’uomo nell’ombra

Chi era Munger e qual è stato il suo ruolo nella crescita della holding da 785 miliardi di dollari che tutti associamo al nome di Buffett, oracolo di Omaha? Munger faceva l’avvocato quando la sua strada incrociò quella di Buffett, che lo convinse a buttarsi nel settore degli investimenti finanziari.

Da allora i due non si sono più lasciati: sono stati amici e soci per oltre 50 anni, protagonisti di uno dei conglomerati maggiormente influenti a Wall Street – Berkshire Hathaway appunto, di cui Munger è stato vicepresidente dal 1978. Forbes di recente aveva stimato il suo patrimonio in circa 2,3 miliardi di dollari.

Pur restando sempre nell’ombra, lasciando al suo socio più famoso i riflettori della ribalta, Munger ha contribuito in modo sostanziale al successo della società. “Lui era l’architetto e io il general contractor”, ha scritto lo stesso Buffett in una delle sue lettere annuali agli investitori.

In effetti, quello che resta di Munger, più che la sua carriera e la sua ricchezza, sono l’arguzia, il fiuto per gli affari e la saggezza profusa nel corso della sua vita. Per esempio, è stato un anticipatore della strategia oggi nota come Value Investing, che indica l’acquisto di azioni a un consistente sconto rispetto al loro valore intrinseco e che si può riassumere come segue.

“Dimentica ciò che sai sull’acquisto di aziende giuste a prezzi meravigliosi; invece, compra aziende meravigliose a prezzi giusti”.

La strategia di Munger

Il suo approccio al mondo degli investimenti, che ha giocato un ruolo chiave nel successo di Berkshire, costituisce ancora oggi una parte fondamentale dell’analisi finanziaria. Qualche esempio? Munger era convinto dell’importanza di rimanere all’interno della propria “cerchia di competenza”, prendendo decisioni di investimento solo in settori e aziende di cui si è esperti.

Ha anche più volte sottolineato il potenziale spesso sottovalutato degli interessi composti: reinvestire i guadagni provenienti da aziende solide, competitive e prevedibili nel lungo termine può portare a una crescita esponenziale del portafoglio.

Una guida per gli investitori

Il finanziere ha poi puntato il dito contro l’uso di metriche troppo complesse: citare valori come l’EBITDA (un indicatore di redditività che rappresenta l’utile dell’esercizio al lordo di interessi, tasse, svalutazioni e ammortamenti) – sosteneva Munger – confonde gli investitori e dice poco sulla solidità di una società. In generale, sia Munger sia Buffett hanno sempre criticato i derivati, le obbligazioni sulle catastrofi (i cosiddetti “cat bond”), le criptovalute e altri tipi di “creatività” finanziaria.

Insomma, proprio come il suo amico e socio, Munger è stato fonte di saggezza, negli investimenti così come nella vita – e senza mai perdere di vista il suo innato umorismo. “Quando non eravamo d’accordo”, ha ricordato Buffett tempo fa, “Charlie di solito concludeva la conversazione dicendo: Warren, pensaci bene e sarai d’accordo con me perché tu sei intelligente e io ho ragione”. Tra le altre cose, definiva l’invidia “un peccato davvero stupido, perché è l’unico che non ti fa divertire neanche un po’”.

I principi di Munger offrono una guida senza tempo per gli investitori, perché sottolineano l’importanza dell’apprendimento, della costanza e della pazienza. Puoi rendere tuo il suo modello di investimento facendoti supportare nelle tue decisioni finanziarie da un Financial Coach. Perché va bene lasciarsi ispirare dalla genialità, ma – sfortunatamente per noi – non tutti possiamo vantare il “tocco magico” di Munger o di Buffett quando si parla di investimenti. Per fortuna, però, c’è la consulenza finanziaria.

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