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Il risparmio delle famiglie italiane dopo la pandemia di Covid-19

Bankitalia ha quantificato l’entità del risparmio in eccesso che si è prodotto per effetto della pandemia. Ma quale direzione prende questo risparmio?

L’appuntamento con la prossima decisione del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea si avvicina a grandi passi: ne riparleremo dopo il 27 luglio. Intanto, come ricorda la Banca d’Italia nel suo terzo Bollettino economico 2023, tra maggio e giugno la BCE “ha complessivamente aumentato di 50 punti base i tassi di interesse di riferimento”, portandoli dal luglio dello scorso anno al 4%, al 4,25% e al 3,5%. L’obiettivo resta lo stesso di sempre: un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2%.

Ma quale effetto ha questo sui risparmi degli italiani? Il Bollettino economico trimestrale, che traccia un quadro sull’andamento dell’economia italiana all’interno del più generale contesto economico internazionale e dell’area dell’euro, dedica una parte proprio a questo tema, chiedendosi in particolare come è cambiato il risparmio delle famiglie italiane dopo la pandemia di Covid-19.

Tutti formiche, poi cicale per necessità

La pandemia, si legge nel Bollettino, ha ridotto in maniera inattesa e drastica la spesa per consumi delle famiglie italiane, contribuendo al repentino rialzo della loro propensione al risparmio, tornata su livelli che non si registravano dalla fine degli anni Novanta. Ne è conseguito l’accumulo, in parte forzato, di ingenti risorse finanziarie. Con gli aumenti dei prezzi dei beni energetici che hanno preso il via nella seconda metà del 2021 e che sono poi stati acuiti dall’operazione russa dell’Ucraina, la propensione al risparmio è progressivamente diminuita, scendendo alla fine dello scorso anno al di sotto del livello precedente la pandemia.

Tuttavia, fa notare il Bollettino, dal 2020 le famiglie hanno accantonato più risorse di quanto sarebbe avvenuto in assenza dell’emergenza sanitaria. Le analisi della Banca d’Italia non si fermano qui e ci restituiscono una quantificazione dell’entità di questo risparmio in eccesso e del conseguente incremento delle attività finanziarie delle famiglie.

“Sulla base dei dati di contabilità nazionale inclusi i conti finanziari, il risparmio effettivo a livello aggregato viene confrontato con quello che si sarebbe realizzato se la propensione al risparmio non fosse aumentata durante la pandemia, rimanendo pari alla media del quinquennio 2015-2019 (intorno al 10%)”.

La differenza fra il risparmio simulato in questo scenario e quello effettivo rappresenta una stima del risparmio in eccesso: ebbene, quest’ultimo avrebbe raggiunto il massimo nella primavera del 2022, per poi ridursi lievemente.

“All’inizio di quest’anno, il risparmio in eccesso sarebbe stato di circa 130 miliardi di euro, oltre il 2% del totale degli attivi finanziari delle famiglie italiane.”

Hanno risparmiato i nuclei più abbienti ma lo hanno fatto anche le famiglie meno benestanti, che tradizionalmente hanno più difficoltà ad accantonare.

La destinazione del risparmio delle famiglie italiane

Quali strade prende il risparmio degli italiani? Secondo il Rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, le attività più diffuse rimangono i certificati di deposito e i buoni fruttiferi postali (50% delle famiglie), seguiti da fondi comuni (29%) e titoli di Stato italiani (18%).

Conviene quindi puntare sui depositi? Da quando la Banca Centrale Europea ha intrapreso il percorso di aumento dei tassi di interesse, c’è una certa convenienza: per le banche, infatti, è diventato più costoso prendere in prestito denaro da Francoforte, mentre depositarlo non comporta più alcuna penalità, al contrario di quanto avveniva ai tempi dei tassi a zero.

Per chi sta valutando un conto deposito è una buona notizia: significa tassi più alti sul denaro depositato. A tal proposito, apriamo una brevissima parentesi. Se non sei ancora cliente ING, ti segnaliamo la possibilità di aprire e attivare Conto Arancio con un primo versamento entro il 5 agosto 2023: per i primi 12 mesi dall’attivazione, puoi avere il 3% sulle somme depositate fino a 100mila euro. Curioso di saperne di più? Puoi trovare maggiori informazioni sul sito di ING.

Ma non dimenticare di investire sui mercati

Il conto deposito, tuttavia, andrebbe valutato nell’ambito di un portafoglio di attività finanziarie ben diversificato, che includa anche investimenti sui mercati finanziari. Specialmente se l’orizzonte temporale è lungo, infatti, i mercati possono offrire opportunità interessanti, anche nei periodi più sfidanti. Qui, però, entriamo nel terreno delle scelte dell’investitore, sempre molto delicate ed estremamente personali: ricorda quindi di confrontarti sempre con un consulente finanziario serio e preparato, per essere certo di investire al meglio la quota di risparmio non destinata alla liquidità.

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