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Gas: mosse e contromosse di Mosca e UE

Il gas è una leva nel braccio di ferro tra Russia e Unione Europea. L’unica via è la diversificazione energetica. È lunga, ma disseminata di opportunità interessanti.

Flusso di gas: ripristinato. Per ora. Lunedì 11 luglio il colosso russo Gazprom aveva chiuso Nord Stream 1, il principale canale attraverso il quale il gas russo arriva all’Europa. ufficialmente per lavori di manutenzione della durata di una decina di giorni. E si temeva che, trascorsi i dieci giorni, il gigante russo non facesse ripartire le esportazioni verso l’Europa. Invece le ha fatte ripartire, seppure a capacità decisamente ridotta. Ma quanto durerà?

Sì, perché il rubinetto dalla parte della valvola ce l’ha Mosca, che in qualsiasi momento potrebbe decidere di richiuderlo del tutto con un pretesto qualunque, in risposta alle sanzioni europee introdotte dopo l’avvio delle sue operazioni militari in Ucraina. E allora la domanda è: siamo pronti a uno stop totale?

Russia vs Europa: l’uso geopolitico del gas

La ripresa dei flussi ha senz’altro dato un po’ di sollievo al Vecchio Continente, alle prese con la sfida di immagazzinare abbastanza carburante nella sua stiva in vista del prossimo inverno. E il carburante non lo usano solo le famiglie, bada bene: serve anche alle imprese. Uno stop avrebbe un impatto molto importante (per non dire pesante) sul tessuto produttivo del nostro Paese. E l’economia ne risentirebbe. Basti pensare che secondo le stime della Banca d’Italia e del Fondo Monetario Internazionale, in caso di stop completo l’Italia – che riceve dalla Russia il 25% del gas di cui ha bisogno, dal 40% di inizio anno – registrerebbe una flessione del PIL pari al 2-3% il prossimo anno.

Mentre scriviamo, si ha notizia che le esportazioni attraverso il gasdotto sono al 20% della capacità, ben sotto il livello precedente alla manutenzione. E, come dicevamo e come di certo non ti sorprenderà, il presidente russo Vladimir Putin ha avvertito che, a meno che non si risolva la controversia sulle parti sanzionate, i flussi attraverso il Nord Stream saranno strettamente limitati.

Così la spiega Tim Ash, senior strategist di Bluebay Asset Management, citato da Bloomberg.

“Mosca sta tagliando le forniture per ragioni geopolitiche. Vuole creare una crisi europea del gas quest’inverno per mettere in ginocchio l’Europa fino al punto di azzerare il suo sostegno all’Ucraina”.

Ma l’Europa lo sa e si sta preparando al peggio: l’Unione ha presentato un piano per cercare di ridurre il consumo di gas a livello continentale del 15%. In che modo?

Consumi di gas: la mission (im)possible dell’UE

L’Unione Europea ha proposto una riduzione del consumo di gas naturale nell’arco dei prossimi otto mesi, in un piano che dovrebbe interessare famiglie, produttori di energia e industrie. Mercoledì 20 luglio, infatti, la Commissione Europea ha presentato il suo “piano per salvare l’inverno”, che prevede una volontaria diminuzione del consumo di gas del 15% da parte dei Paesi UE tra il primo agosto 2022 e il 31 marzo 2023. Il provvedimento deve ora passare attraverso l’approvazione del Consiglio. E, neanche a dirlo, le trattative si preannunciano parecchio vivaci.

Il governo francese si è però portato avanti e ha già invitato i suoi cittadini a spegnere le luci, scollegare i router e abbassare l’aria condizionata per risparmiare energia. Ma, in generale, già il progetto REPowerEU della Commissione UE in tempi recenti ha delineato un piano per portare gradualmente a zero la dipendenza da tutti i combustibili fossili russi ben prima della fine di questo decennio (entro il 2027, secondo i piani).

Non deve meravigliarti troppo: d’altro canto, ci vuole tempo per modificare la platea dei fornitori e delle fonti. Quantomeno, se si vogliono evitare il più possibile ripercussioni traumatiche sull’economia.

L’Agenzia Internazionale dell’Energia l’aveva detto

E dopotutto, è così che paghiamo lo scotto di aver fatto della Russia il principale fornitore di fonti energetiche. Come ha ricordato l’Agenzia Internazionale dell’Energia nel suo report sul mercato del gas nel terzo trimestre dell’anno, “la dipendenza dalle importazioni di gas russo è aumentata nonostante le crescenti tensioni e crisi, tra cui i tagli alle forniture nel gennaio 2009 e l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014. La quota di gas russo (compreso il Gas Naturale Liquefatto) che soddisfa la domanda totale dell’UE è passata dal 30% nel 2009 al 47% nel 2019”.

Quota scesa poi al 40% circa nel 2020, in un contesto di eccesso di offerta globale. “Nel 2021 la quota si è mantenuta a un livello simile”, in scia alla scarsità artificiale creata da Gazprom. Una mossa che ha generato diversi picchi di prezzo nella stagione dei riscaldamenti accesi 2021/2022. E poi è arrivata la guerra in Ucraina.

Obiettivo indipendenza energetica: quali opportunità?

In fin dei conti, la via è una sola: diversificare fonti e fornitori e investire fortemente in infrastrutture, superando a livello locale le varie reazioni NIMBY, “Not in my backyard” - della serie fallo pure, ma lontano da casa mia – che puntualmente si scatenano in questi casi.

Occorre infatti – come sottolinea la stessa AIE nel report già segnalato – incrementare la capacità di rigassificazione dell’Unione europea, anche puntando sulle unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione, ma bisogna anche fornire ai Paesi dell’Europa centrale e orientale senza sbocco sul mare l’accesso al GNL anche attraverso l’utilizzo congiunto di terminali GNL situati nei Paesi limitrofi.

E, naturalmente, dobbiamo fare di tutto e di più per una più rapida diffusione delle energie rinnovabili. Le altre parole chiave nel progetto di progressiva sostituzione del gas naturale sono “biometano” e “idrogeno a basse emissioni di carbonio”.

La strada è in salita e non appare agevolissima da percorrere, ma non abbiamo altre opzioni, se consideriamo anche l’emergenza climatica in corso. La imboccheremo, quindi. E, imboccandola, saremo ricompensati anche da interessanti opportunità d’investimento. Che puoi intercettare in anticipo, magari con un fondo tematico, ma sempre affidandoti alla guida del tuo Financial Coach.

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