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Gli effetti del Covid-19 su Borsa, spread, petrolio e green economy

Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING, ha raccontato a TGR Piazza Affari di Rai Tre del 10 marzo quali potrebbero essere le conseguenze economiche dell’epidemia del Corona Virus

Gli effetti economici della pandemia del corona virus, gli  interventi monetari e le possibili nuove politiche fiscali per scongiurare cali in borsa, l’aumento dello spread e i suoi effetti sul debito italiano e il futuro della green economy a fronte del ribasso del prezzo del petrolio. Questi i principali temi toccati da Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING, nel corso del suo intervento il 10 marzo a TGR Piazza Affari di Rai Tre.

Di seguito l’intervista completa:

Come interpretare questa ripresa dei mercati? Quanto è concreto il tentativo di recupero da parte delle Borse europee?

Pizzoli: «Vista l’entità del calo di Borsa di ieri, un arresto – o un rimbalzo –, quale quello a cui stiamo assistendo nella giornata di oggi, non deve sorprendere più di tanto. La vera domanda che ci dobbiamo porre è fino a che punto questo sia sostenibile.  Che cos’è cambiato rispetto alla settimana scorsa, quando si è visto che un intervento solamente monetario risulta poco efficace per evitare cali di Borsa? Ebbene, fra ieri e oggi, si è intuito che l’impulso potrebbe non essere più solo di tipo monetario (quindi interventi ulteriori da parte delle banche centrali, anche quella europea nel corso di questa settimana), ma si potrebbe anche fare leva sul fronte della politica fiscale in modo coordinato. Una mossa in questa direzione, certamente, avrebbe un potenziale di impatto  e di sostenibilità molto più forte rispetto ad un intervento solo monetario, in termini di quotazioni di Borsa.»

Parliamo di spread: con questi livelli elevati di rendimenti sui decennali, che ripercussioni ci potranno essere sulle spese per interessi da parte dello Stato?

P: «Le tensioni sui mercati di ieri non hanno risparmiato i titoli di Stato, come abbiamo ben visto. Abbiamo assistito ad un allargamento degli spread, in particolare quelli italiani; ma non solo: anche quelli periferici hanno visto il loro decennale allargare nei confronti del Bund tedesco. Nel caso dell’Italia, probabilmente, si è scontata una maggior probabilità di costo economico  elevato rispetto al rischio del Coronavirus. Deve però essere chiara una cosa: siamo ancora a livelli assoluti di tasso (oggi circa l’1% sul decennale italiano) che sono del tutto compatibili con una sostenibilità del debito. Possiamo sopportare livelli simili per un certo periodo di tempo, senza che questo rappresenti un rischio per la stabilità e la sostenibilità del nostro debito.»

Per quanto riguarda il petrolio: con un prezzo così basso, non rischiamo di vedere ritardata l’affermazione della green economy che invece potrebbe puntare, pur in presenza di massicci investimenti, sulle fonti rinnovabili? Che cosa ne pensa?

P: «Il braccio di ferro tra Arabia Saudita e Russia, verosimilmente, agirà ancora comprimendo i valori delle quotazioni del petrolio anche nel secondo trimestre. Questo in un contesto dove il rallentamento della crescita globale non aiuterà sul fronte della domanda. Quindi è verosimile aspettarsi, anche per il secondo trimestre, un eccesso di offerta di greggio. Da qui a dire che prezzi depressi possano compromettere il futuro della green economy, secondo me, passa una lunga distanza: io non credo che sarà così. Può esservi un impatto di breve termine, può esservi un rallentamento degli investimenti; ma il tema della green economy prescinde dai prezzi e dall’evoluzione di breve periodo. É un tema destinato a riprendere non appena le condizioni dovessero normalizzarsi: sia sul fronte dell’evoluzione del virus, sia – di conseguenza – sul fronte dell’evoluzione della crescita globale.»

 

Per vedere l’edizione completa di TGR Piazza Affari con l’intervista a Paolo Pizzoli, clicca sull’immagine qui sotto.

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