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La sfida del futuro per una plastica più “verde”

La plastica è parte della nostra vita quotidiana, ma è un materiale molto inquinante. Come trasformarla in chiave ecologica (e quali opportunità per chi investe)?

Dal packaging degli alimenti agli strumenti medici come le siringhe, passando per i giocattoli e le confezioni di shampoo e di bagnoschiuma: la plastica fa parte della nostra vita quotidiana e si trova in innumerevoli oggetti all’interno delle nostre case. Ma se è vero che l’invenzione di questo materiale leggero, resistente e impermeabile ha cambiato il mondo in meglio sotto diversi punti di vista, è altrettanto vero che il rovescio della medaglia c’è ed è anche piuttosto significativo.

  • La plastica deriva dalla raffinazione di gas fossile e petrolio;
  • è difficile da riciclare;
  • non è facilmente biodegradabile una volta dispersa nell’ambiente.

Tra l’altro, essendo un materiale molto economico, la domanda è in costante aumento e, di conseguenza, lo è anche il suo impatto sull’ambiente. Ma c’è una buona notizia: grazie allo sviluppo tecnologico possiamo già oggi intravedere un futuro in cui la plastica sarà addirittura “ecologica”.

Com’è possibile limitare l’impatto ambientale di un materiale che deriva direttamente dai combustibili fossili?

Limitare l’impatto della plastica: come?

Le strade sono molteplici, come si legge in un lungo articolo a cura di Gerben Hieminga, Edse Dantuma, Coco Zhang, Teise Stellema e Warren Patterson, del team di ING: la cattura e l’immagazzinamento delle emissioni di carbonio derivanti dalla produzione di plastica, l’utilizzo di plastica riciclata, il passaggio a un’altra fonte energetica – non più gas ma elettricità o idrogeno, solo per citarne alcune.

Certo, si tratterà di un’evoluzione piuttosto che di una rivoluzione, dato che la plastica rimane di origine fossile e ci vorrà del tempo per vedere dei risultati. Ma è un inizio importante.

Quali opportunità per investire?

Rendere la plastica un materiale “green” ha un costo. Attualmente, quella della cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (tramite una tecnologia chiamata CCS) rappresenta la strada più conveniente per ridurre le emissioni. Questa soluzione, infatti, aumenta solo marginalmente il costo dei prodotti chimici ad alto valore (HVC) presenti nella plastica. E, soprattutto, permette una riduzione dell'impronta di carbonio della plastica fino al 60%.

Quanto alla possibilità di passare a fonti energetiche verdi nel processo di produzione – da cui in definitiva deriva il maggiore impatto climatico della plastica – le possibilità esistono, ma i costi sono ancora elevati.

Se si utilizzassero elettricità derivante da energie rinnovabili o idrogeno per il processo di riscaldamento nella produzione della plastica, si potrebbero ridurre le emissioni fino al 75%, posizionando l’intera industria sulla strada giusta per raggiungere la neutralità climatica, spiegano gli esperti. Ma ad oggi queste tecnologie, non ancora mature, potrebbero aumentare il costo della plastica fino al 50%.

Insomma, il settore sta sperimentando diverse strade per rendere la plastica meno inquinante: rendere competitiva la produzione di plastica “ecologica” è un processo complesso e dinamico che comporta da un lato l'abbassamento dei costi delle tecnologie verdi e dall’altro l'aumento dei costi della produzione attuale di plastica – ad esempio, attraverso l'aumento dei prezzi del carbonio o la riduzione dei “sussidi fossili” – propongono gli esperti di ING.

Un cambiamento sostanziale sarà possibile solo grazie a una combinazione di questi due fattori.

Una sfida di portata globale

Quando parliamo di plastica e inquinamento, ci viene da pensare al mondo occidentale, quindi a Europa e Stati Uniti. In realtà, la maggior parte della domanda arriva dall’Asia, Cina in testa. Insomma, quella della plastica è una sfida davvero globale.

Proprio per questo motivo, qualsiasi ambizione di ridurre l'impronta di carbonio dell'industria petrolchimica e della produzione della plastica richiederà sforzi coordinati. Dato che circa il 60% della capacità produttiva si trova in Asia – e si prevede che la maggior parte della crescita futura della capacità produttiva continuerà a essere guidata dall'Asia – è importante che la regione sia coinvolta nel cambiamento.

L'Europa e gli Stati Uniti potrebbero fare da apripista nello sviluppo di plastiche verdi, ma il trasferimento di queste tecnologie ai Paesi emergenti sarà una sfida importante.

Tecnologia e politiche ad hoc per una plastica “verde”

Quella dell’evoluzione tecnologica, tuttavia, non è l’unica strada da percorrere per la risoluzione del problema. Anche l’implementazione di politiche volte a contenere la domanda di materie plastiche ha un ruolo importante, come sottolineato anche dal Trattato delle Nazioni Unite per porre fine all'inquinamento da plastica.

Per chi investe, il tema della creazione di plastica meno dannosa per l’ambiente apre una serie di opportunità interessanti, grazie al proliferare di aziende impegnate in questa complessa sfida tecnologica. Tanto più che si tratta di una trasformazione di lungo periodo, destinata ad accompagnarci per molto tempo.

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