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Influencer della finanza: attenzione a chi segui sui social

Sui social puoi seguire chi vuoi, ma quando si tratta di risparmio e investimenti l’unico vero punto di riferimento è il consulente. Focus su un tema attualissimo.

Influencer: tutti sappiamo chi è e che cosa fa. Come spiega Treccani, trattasi di un “personaggio di successo, popolare nei social network e in generale molto seguito dai media, che è in grado di influire sui comportamenti e sulle scelte di un determinato pubblico”. Poi ci sono i “finfluencer”: sono influencer che si occupano di temi finanziari, e infatti il nome nasce dal mix tra “financial” e “influencer”.

Secondo il Cambridge Dictionary, che nel 2021 ha inserito la parola nei suoi dizionari, questo termine indica “qualcuno che attira follower sui social media attraverso consigli di natura finanziaria”. Ha senso seguirli? Capiamolo insieme.

Non tutti i finfluencer sono uguali

Investire è semplice ma non è facile, diceva Warren Buffett. Anche scrivere un post contenente indicazioni sulla gestione dei risparmi è abbastanza semplice. Più difficile è dare consigli realmente redditizi, nell’interesse dell’investitore. Certo, c’è finfluencer e finfluencer: c’è quello che si limita a condividere riflessioni più o meno interessanti e/o provocatorie, senza pretendere di dirti cosa fare, e c’è invece chi osa, elargendo consigli a piene mani sentendosi depositario/a chi chissà quali verità.

Stando a “Finfluencers”, lo studio pubblicato di recente da quattro ricercatori (A. Kakhbod, S. Kazempour, D. Livdan e N. Schurhoff) sulla rivista del Swiss Finance Institute, non tutti i finfluencer sono competenti come vogliono far credere. E se si dà loro retta, i risultati purtroppo si vedono. Gli autori hanno esaminato i dati sui tweet pubblicati da oltre 29mila influencer finanziari su StockTwits, la più grande piattaforma social per investitori e trader, e hanno poi misurato l’abilità dei finfluencer mediante il rendimento (su base mensile) ottenuto dai loro consigli di investimento.

Il paper suddivide gli influencer in tre categorie.

  • Il gruppo dei cosiddetti “skilled”, cioè di chi ha una competenza finanziaria piuttosto elevata. Rappresentano il 28% del campione e spesso realizzano risultati positivi, talvolta anche significativi.
  • Gli “unskilled”, il 16%: in linea di massima, seguire i loro consigli non genera ritorni (ma non fa neanche troppi danni).
  • Infine, il terzo gruppo, quello degli “antiskilled”. Sono il 56% e i loro consigli distruggono ricchezza. Non solo seguendo i loro suggerimenti si registrerebbe una perdita mensile del -2,3%, ma se si facesse l’esatto contrario si avrebbe una performance positiva del +1,2%.

Chi la spara più grossa ha più follower

E questa è un po’ la regola, sui social. In teoria, infatti, si sarebbe portati a pensare che siano i migliori influencer ad avere il maggiore successo e, di conseguenza, più follower. Invece succede il contrario. Lo studio evidenzia infatti che i finfluencer meno qualificati sono molto più seguiti ed esercitano anche un’influenza maggiore sui loro follower.

La ricerca ci dice che l’attività di “tweeting” da parte di content creator finanziari non qualificati porta a un aumento dei volumi di acquisti nel giorno successivo a quello in cui il consiglio viene dato. Al contrario, né i post positivi né quelli negativi realizzati dagli influencer esperti riescono ad avere un impatto significativo sugli ordini degli investitori retail.

Il motivo? Gli influencer meno qualificati tendono a compensare con la narrazione e sono più bravi a comunicare. Soprattutto, pubblicano molti più post, attirando così molti più utenti. La popolarità degli influencer finanziari, secondo lo studio, si basa infatti essenzialmente sulle strategie comunicative e non sui risultati ottenuti.

Per fortuna ci sono le autorità di vigilanza

Il risparmio, però, è un tema estremamente delicato, sul quale vigilano le autorità competenti (in Italia, Consob). Per l’equivalente USA della Consob, la Securities and Exchange Commission (SEC), il fenomeno è preoccupante soprattutto perché la maggior parte degli influencer fornisce consulenza o consigli di investimento al pubblico senza autorizzazione.

In Europa nel 2021 l’Autorità Europea degli Strumenti Finanziari (ESMA) ha messo in guardia i risparmiatori sull’utilizzo delle raccomandazioni di investimento da fonti non regolamentate. Anche la Commissione UE si è mossa: nel 2023 ha varato un pacchetto di norme per tutelare gli investitori retail, alcune delle quali si rivolgono ai finfluencer che pubblicizzano prodotti e servizi per conto di imprese di investimento tramite i canali digitali.

Morale della favola: finfluencer sì o no?

I social sono uno strumento e, come tutti gli strumenti, dipende da come li si utilizza. Non c’è niente di male a seguire un financial influencer, specialmente se lui/lei rientra nella categoria di quelli chiaramente e palesemente più esperti e competenti. Non tutti, però, hanno gli strumenti per distinguere gli uni dagli altri.

E c’è una grande differenza tra le informazioni che si possono raccogliere sul web e la consulenza finanziaria vera e propria. La principale è che gli influencer non sono soggetti ad alcuna regolamentazione, al contrario dei consulenti finanziari. Per gestire al meglio i risparmi, quindi, la sola e unica cosa da fare è rivolgersi a professionisti seri e concreti, realmente preparati e qualificati. Come il Financial Coach.

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Il presente articolo è stato redatto dal team del blog AdviseOnly.com e ha una finalità esclusivamente informativa. Non va quindi inteso in alcun modo come consiglio finanziario, economico o di altra natura e nessuna decisione, di investimento o di altro tipo, deve essere presa unicamente sulla base dei contenuti qui riportati. L’articolo non costituisce da parte di AdviseOnly.com un’offerta al pubblico d’acquisto o vendita di titoli e più in generale di strumenti finanziari e/o attività di sollecitazione all’investimento, ai sensi del decreto legislativo 24/02/1998, n. 58.