E tu lo sai cos’è il momentum?
Si tratta di una strategia di investimento semplice ed efficace, ma che presenta anche dei rischi. Ecco tutto quello che c’è da sapere
Hai mai sentito parlare di momentum? Si tratta di una strategia di investimento seguita da molti gestori e investitori. Alla sua base, c’è l’idea che una determinata tendenza, sia positiva che negativa, sia destinata a persistere nel breve periodo. Ma cosa significa nello specifico? E quali vantaggi o rischi comporta? Ecco alcuni punti per orientarti all’interno di questo approccio molto in voga.
Il Factor investing
Siccome la strategia Momentum rientra nella categoria del Factor investing, per capire bene di cosa si tratta è meglio partire da questo concetto. Il Factor investing consiste nell’investire isolando il più possibile una o più fonti di rendimento. Queste ultime sono: valore, dimensione, volatilità, qualità, dividendi e, appunto, momentum. Come si può investire in base a Paesi o a settori specifici, si può anche investire in società a buon mercato (value), in aziende a piccola capitalizzazione (dimensione), in titoli con una bassa volatilità (volatilità), in azioni che pagano dividendi elevati (dividendi) oppure in quelle imprese che, nel breve periodo, mostrano una performance migliore (momentum).
Momentum
Secondo la strategia momentum, gli investimenti che hanno registrato una buona performance continueranno a farlo, mentre quelli che sono andati male proseguiranno nel loro peggioramento (almeno per un po’). Tali strategie, insomma, si basano sull’evidenza empirica secondo cui gli investimenti sono influenzati dall’inerzia della performance, e cioè dai trend di breve-medio periodo, sia positivi che negativi. Il momentum riguarda tutti gli strumenti finanziari: azioni, obbligazioni, commodities, valute. La ricetta di questa strategia è piuttosto semplice: di solito si considerano le performance a 3, 6 e 12 mesi, dopodiché si privilegiano gli investimenti che presentano il miglior momentum.
Relativo e assoluto
Il mondo finanziario distingue due tipologie di momentum:
- Relativo: in questo caso si confronta il titolo in questione con gli altri titoli dello stesso settore (per esempio quello bancario): se li sta sovraperformando allora, molto probabilmente, continuerà a farlo;
- Assoluto: in questo secondo caso, si presuppone che gli investimenti che di recente hanno ottenuto performance positive continueranno a farlo (idem con le performance negative).
Come vedi, la differenza principale tra le due versioni risiede nella possibilità di confrontare l’andamento di un titolo con altri di uno stesso settore per decidere se un certo investimento abbia un momentum forte oppure debole.
Attenzione però. Come saprai, tutti i prospetti informativi dei prodotti di investimento contengono l’avvertenza: “le performance passate non sono indicative di quelle future”. Perché allora dovremmo credere che in realtà valgs il contrario, e cioè che un investimento che nel recente passato è andato bene continuerà a farlo (e viceversa)?
Momentum e Value
In teoria, sarebbe molto più razionale comprare un titolo di un’impresa i cui fondamentali di bilancio (come utili, ricavi, prospettive di crescita) sono migliori rispetto ai concorrenti, ma che ha un prezzo di mercato relativamente basso (“a sconto”). Questo perché il mercato, che non è perfetto, potrebbe non aver ancora “prezzato” adeguatamente il valore di quella società. La strategia che si basa su questa logica si chiama “value”. La strategia “momentum”, invece, funziona in modo esattamente opposto: si compra quando tutti comprano, partendo dal presupposto che, sebbene il prezzo di un titolo possa apparire elevato rispetto ai fondamentali, ci sarà sempre qualcuno pronto ad acquistare e che, quindi, spingerà verso l’alto le quotazioni. Tuttavia, tale strategia presenta il rischio di trovarsi nel bel mezzo di una bolla speculativa.
Due strategie complementari
Le due strategie momentum e value sono, in un certo senso, complementari: nel breve (e medio) periodo domina il primo, mentre nel lungo il secondo. Insomma, tutto dipende dal nostro orizzonte temporale. Vediamo un esempio. Prendiamo un titolo azionario e concentriamoci sul suo prezzo teorico, e cioè quello che dovrebbe avere stando ai dati di bilancio. Può accadere che le quotazioni, rispecchiando il valore fondamentale, comincino a salire, nonostante il momentum sia ancora fiacco. In seguito, si arriverà a un punto in cui il prezzo di mercato supererà il valore giustificato dai fondamentali. Sarà allora che l’indicatore momentum toccherà l’apice. Dopodiché torneranno la razionalità e i prezzi si sgonfieranno, allineandosi a valori coerenti con i fondamentali della società.
Perché il momentum funziona
Numerosi studi scientifici confermano che la strategia momentum funziona. Il motivo risiede nel fatto che gli investitori non dispongono di tutte le informazioni sul mercato e sui prodotti e alcuni di loro si comportano per imitazione. In altre parole, comprano quando gli altri comprano e vendono quando gli altri vendono.
Il momentum non è per tutti
Come detto, bisogna fare però molta attenzione: seguendo le strategie momentum ci si può ritrovare all’improvviso davanti a shock improvvisi e a correzioni brusche, con conseguenti perdite. Per questo tali strategie non sono adatte a tutti. Solo chi ha un’adeguata preparazione e, soprattutto, chi è in grado di monitorare costantemente l’andamento dei mercati, analizzandone anche i rischi, può pensare di seguire la strategia momentum. Sebbene sia un metodo semplice ed efficace, il nostro consiglio è quello di non fare mai di testa tua, ma di affidarti a un Financial Coach per costruire un portafoglio ben diversificato e bilanciato, in grado di proteggere i tuoi risparmi.