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Tutti parlano di semiconduttori: ma cosa sono esattamente?

I semiconduttori servono per produrre i chip che si trovano negli elettrodomestici, nei pc, negli smartphone e nelle auto. Secondo McKinsey, il settore raggiungerà il valore di un trilione di dollari nel 2030.

Tablet, computer, smart Tv, persino le auto. I chip e i microchip sono indispensabili per la tecnologia e il loro utilizzo, attraverso la digitalizzazione, si sta estendendo anche a prodotti diversi, come appunto le automobili. Ma come si fabbricano i chip? Semplice: a partire dai semiconduttori: già ribattezzati come “il petrolio del ventunesimo secolo”, essi rappresentano la materia prima fondamentale per l’industria del futuro. Ma di cosa si tratta di preciso? E soprattutto conviene investire in questo settore?

 

Semiconduttori, questi sconosciuti

 

Tutti ne parlano, pochi li conoscono. Cosa sono i semiconduttori? Sono materiali speciali che servono per realizzare le componenti dei chip, come i transistor. Hanno una qualità molto particolare (e in parte ce la spiega già il loro nome): la loro “conduttività” elettrica è su valori intermedi rispetto a quella dei conduttori, come il rame, e quella dei materiali isolanti, come la gomma o il quarzo. I semiconduttori, come il silicio, l’arseniuro di gallio, il germanio, sono usati per la produzione dei chip dei dispositivi elettronici, ad esempio i processori Cpu (unità di elaborazione centrale) e Gpu (unità di elaborazione grafica), di cui sono dotati gli smartphone, i Pc, i tablet e le console per giocare. Tuttavia, il loro impiego non si limita al mondo dell’informatica. I semiconduttori sono infatti vitali per qualsiasi prodotto dell’elettronica di consumo. Gli elettrodomestici smart come lavatrici, frigoriferi e robot aspirapolvere hanno bisogno di chip per funzionare. E anche nell’automotive i chip sono molto utilizzati per la realizzazione, ad esempio, dei sistemi di entertainment e di quelli per la guida assistita.

 

Come sta andando il mercato?

 

Dopo la crisi del 2021, quando per le restrizioni imposte durante la pandemia le fabbriche rallentarono la produzione, il mercato si è ripreso alla grande. L’anno scorso è stato l’anno d’oro dei semiconduttori, grazie soprattutto all’ascesa dell’Intelligenza artificiale. La febbre dell’AI ha infatti portato a un’impennata dei titoli delle aziende che lavorano i semiconduttori. Il rally è stato alimentato dal colosso statunitense Nvidia, che realizza principalmente processori grafici per videogiochi e ha beneficiato appunto dell’incremento della domanda di chip legati all’intelligenza artificiale. Negli ultimi dodici mesi, le azioni Nvidia sono aumentate del 226% e di oltre il 75% soltanto quest’anno. Anche Advanced Micro Devices (Amd), che progetta processori grafici, ha visto il suo titolo balzare del 78% negli ultimi dodici mesi e Taiwan Semiconductor ha visto crescere i suoi ricavi di oltre il 25% grazie alla produzione di chip per l’Intelligenza Artificiale.

 

Le prospettive future

 

Il futuro, per i semiconduttori, appare brillante, un po’ perché l’intelligenza artificiale è solo agli inizi, un po’ perché la transizione digitale stimolerà sempre di più la domanda di questi materiali. Già adesso, del resto, le tecnologie che usiamo ogni giorno sono ricche di microchip e quindi di semiconduttori. Per avere un’idea di quanto ne siamo dipendenti, basta pensare che in un’auto di medie dimensioni sono integrati più di 3mila chip. Diversi fenomeni hanno contribuito alla enorme diffusione dei microchip negli ultimi anni. La digitalizzazione delle economie, la rapida elettrificazione del settore automobilistico e dei trasporti, le conseguenze della pandemia sul mondo del lavoro e della scuola, con l’impiego massiccio di nuove tecnologie, hanno fatto esplodere la domanda di semiconduttori.

 

Un mercato da un trilione di dollari

 

Secondo uno studio di McKinsey, nel 2021 le vendite mondiali dell’industria dei semiconduttori sono aumentate del 20%, toccando i 600 miliardi di dollari. La crescita annuale del settore dovrebbe oscillare tra il 6% e l’8% fino al 2030, trainata per circa il 70% da tre segmenti: automotive, calcolo/archiviazione dati e wireless. Nel dettaglio, l’impiego di soluzioni di computing & data storage (calcolo/archiviazione dei dati) sarà sempre maggiore: questo segmento di mercato è stimato in aumento del 25% all’anno. Anche il comparto delle comunicazioni wireless è atteso in forte espansione, a un tasso annuo del 24-25%. Infine, l’elettronica per l’automotive dovrebbe sperimentare un incremento del 20% annuo. Nel 2030, stima sempre McKinsey, l’industria globale dei semiconduttori raggiungerà il valore di 1 trilione di dollari. Ma i numeri potrebbero essere ancora più elevati. Un’accelerazione dello sviluppo dei sistemi di guida autonoma, per esempio, potrebbe far triplicare la domanda di semiconduttori nel settore automotive, che arriverebbe a rappresentare il 15% della domanda globale.

 

Una risorsa strategica per gli Stati

 

I semiconduttori, inoltre, sono diventati una risorsa strategica per le economie avanzate. Nell’attuale contesto di tensioni geopolitiche, diversi Stati hanno iniziato a sussidiare le proprie industrie con lo scopo di aumentare la produzione nazionale e di rendersi il più possibile indipendenti dall’estero. Gli Stati Uniti hanno varato nel 2022 il Chips Act, un pacchetto di incentivi da 280 miliardi di dollari, dei quali 52,7 destinati a sussidiare la produzione nazionale di chip e a finanziare la ricerca e la formazione della forza lavoro. Un esempio seguito nel 2023 anche dall’Unione europea con l’European Chips Act, che punta a mobilitare 43 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati.

 

Un megatrend da tenere d’occhio

 

Dal punto di vista di chi investe, la digitalizzazione dell’economia e il ruolo strategico ricoperto dai semiconduttori rendono il comparto uno dei megatrend del futuro su cui potrebbe avere senso prendere esposizione. Ricordando sempre che la regola numero uno negli investimenti è la diversificazione: mai mettere tutte le uova in un unico paniere. Per orientarti meglio tra le numerose opportunità offerte da questo mercato (e non solo), potrebbe essere utile farti seguire da un Financial Coach.

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