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Donne e denaro: la strada verso una maggiore consapevolezza finanziaria

L’emancipazione passa anche dall’acquisizione di una maggiore consapevolezza finanziaria, tanto che anche Consob dedica un convegno al tema.

Il contrasto alla violenza di genere passa anche attraverso l’acquisizione di una maggiore consapevolezza economico-finanziaria. Un tema importantissimo, al quale, in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), Consob ha deciso di dedicare il convegno dal titolo molto significativo: “Libere di contare - Più consapevolezza finanziaria Meno violenza economica”.

Donne e finanza: la situazione attuale

L’indagine della Global Thinking Foundation condivisa durante un altro evento, il “Women for society - Diritti Umani e Sostenibilità economica per l'inclusione sociale”, ha fatto emergere che le donne italiane non sono ancora abbastanza indipendenti. Secondo lo studio, oltre il 31% delle donne italiane dipende economicamente dal partner o da un altro familiare.

Un dato in miglioramento di sei punti percentuali rispetto alla rilevazione del 2017, secondo cui il 37% non era autonomo, ma c’è ancora da migliorare. Basti pensare infatti che:

  • soltanto il 58% delle donne ha un conto corrente intestato personalmente;
  • quasi il 13% ne ha solo uno cointestato con il partner (11,6%) o un altro familiare;
  • e il 4,8% non ne ha neanche uno.

Il tema spinoso della violenza economica

La scarsa indipendenza economica è legata a doppio filo con un altro tema drammatico: quello della violenza economica. La quale consiste in una serie di comportamenti volti a impedire che il familiare sia – o possa diventare – economicamente indipendente, per poter esercitare sullo stesso un controllo indiretto ma estremamente incisivo.

Ogni aspetto legato alla gestione finanziaria viene così monopolizzato dal congiunto, che si colloca in una posizione di “superiorità economica”, mentre il soggetto posto in stato di dipendenza è costretto a chiedere tutto quanto occorre per affrontare le spese quotidiane, anche le più banali, dovendone fra l’altro giustificare l’uso.

Una maggiore preparazione finanziaria può limitare i rischi di finire coinvolti in una spirale di questo tipo e aumenta le possibilità di chiamarsene fuori se invece già si è in una dinamica così impostata.

Donne e denaro, i gap da colmare

E se da una parte il rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane evidenzia miglioramenti significativi nella preparazione delle donne, con un divario rispetto agli uomini che si è ridotto notevolmente, rimane il fatto che le donne sono ancora poco coinvolte nella gestione finanziaria del loro patrimonio.

Secondo la ricerca “Donne e denaro: una sfida per l’inclusione” promossa da Banca Widiba in collaborazione con l’Unità di ricerca in Psicologia economica dell’Università Cattolica, tra i motivi che ostacolano una gestione attiva dei risparmi ci sono la scarsa occupazione, il basso reddito e il divario salariale (“gender pay gap”).

Inoltre, dalla ricerca emerge come il principale ostacolo a una reale parità tra uomo e donna in questo ambito sia un fattore culturale: l’idea che il denaro sia soltanto uno strumento per affrontare le emergenze, collegate spesso alla cura dei figli o della casa, e non un mezzo per soddisfare desideri e perseguire obiettivi personali.

Dallo studio si possono trarre altri due spunti su cui riflettere:

  • la scarsa accessibilità del linguaggio utilizzato in campo finanziario;
  • il poco tempo che le donne possono dedicare a queste materie.

Insomma, per molte donne il denaro è uno strumento che serve principalmente per realizzare progetti di vita e raggiungere obiettivi affettivo-relazionali. Sempre dall’analisi emerge infine come una donna su tre non abbia una fonte di reddito (per gli uomini la proporzione è uno a cinque), mentre le donne che hanno una fonte integrativa di reddito sono la metà rispetto agli uomini.

La consulenza finanziaria può aiutare

Anche in questo caso, così come in altri, l’affiancamento di una consulenza professionale – come quella che può offrire un Financial Coach – è in grado di fare un’importante differenza, fornendo preziose indicazioni sugli strumenti utili per colmare i gap. Di conoscenze e competenze, prima ancora che economici.

Il Financial Coach è in grado di dare un supporto umano e non solo professionale, mettendosi al lato della cliente in un percorso che non è soltanto di investimento ma che riguarda tutta la sua vita.

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