Sai cos’è il Prodotto Interno Lordo?
Il PIL è una grandezza che rappresenta il reddito di un Paese ed è manifestazione della sua “vitalità” economica. Ecco come si calcola e a cosa serve.
Tra le variabili citate spesso da analisti finanziari, giornalisti e commentatori per giustificare le oscillazioni dei mercati finanziari ti sarà capitato di trovare le “aspettative sulla crescita economica” o i “timori di recessione”. Si tratta essenzialmente di due facce della stessa medaglia, alla base della quale c’è l’andamento del Prodotto Interno Lordo – di un Paese, di un continente o del mondo intero.
Che cos’è, esattamente, il PIL?
Acronimo di Prodotto Interno Lordo, è un indicatore economico che economisti, investitori, banche e governi usano per misurare lo stato di salute di un’economia. Più nello specifico, è espresso con un valore numerico e rappresenta il valore dei prodotti e dei servizi realizzati da un’economia in un determinato periodo di tempo. È frutto della somma tra consumi, spesa pubblica, investimenti ed esportazioni nette (export meno import).
Nel calcolo non conta la nazionalità del produttore, ma la realtà geografica in cui il prodotto/servizio viene realizzato: significa che una lavatrice prodotta in Italia da una società australiana entra nel PIL dell’Italia, mentre un corso di cucina (quindi un servizio) tenuto in Australia da una società italiana viene computato nel PIL dell’Australia.
Insomma, per dirla in poche parole il PIL esprime il reddito prodotto in un anno da un Paese. Attenzione: non la ricchezza, ma il reddito. Che è una cosa diversa.
Come mai si parla di Prodotto Interno “Lordo”?
La risposta, si legge nella definizione offerta dal sito di Borsa Italiana, è che “nel PIL sono compresi gli ammortamenti, ovvero il deprezzamento di tutti gli apparati (anche non propriamente fisici, come i software dei pc) che vanno a comporre il sistema produttivo, che perdono valore con il tempo e con l’utilizzo e vanno quindi continuamente ripristinati”.
Come si calcola il PIL? Dipende dal metodo
Esistono diversi metodi per calcolare il PIL. Ti facciamo una rapida carrellata, per completezza.
- Il metodo del valore aggiunto
Il primo approccio è quello del “metodo del valore aggiunto”, secondo il quale, per determinare il valore del PIL, si considera il valore dei beni e servizi complessivamente prodotti, al netto dei costi di produzione. Immagina di calcolare il PIL di un Paese costituito da soli panifici: con il metodo del valore aggiunto il PIL sarà determinato dall’effettivo ricavo derivante dalla vendita del pane, al netto del costo di farina, acqua, sale e lievito.
Con il metodo del valore aggiunto, il reddito del Paese tiene conto del valore che i beni e servizi acquisiscono in ogni fase del processo produttivo.
- Il metodo della spesa
Con questo approccio vengono considerate le abitudini di spesa dei soggetti presenti nel Paese (famiglie, imprese e lo stesso Stato). Il PIL somma il valore della spesa delle famiglie (i consumi), il saldo degli investimenti effettuati (sia dalle famiglie che dalle imprese), l’ammontare della spesa pubblica e, infine, il valore del commercio da e verso l’estero, ossia il saldo tra esportazioni e importazioni.
- Il metodo del reddito
Con l’ultimo approccio si sommano le retribuzioni – lo stipendio – dei singoli soggetti che danno vita all’economia del Paese, insieme al valore dei redditi da capitale – cioè il valore complessivo dei dividendi azionari e delle cedole obbligazionarie.
Tre metodi diversi, che però portano a un risultato pressoché identico: a prescindere dalle componenti che formano il PIL, il risultato finale (cioè la somma) non cambia, salvo piccoli arrotondamenti contabili.
PIL nominale o reale: qual è la differenza?
Ti sarà anche capitato di sentire l’acronimo “PIL” associato ai termini “nominale” e “reale”. A fare la differenza tra questi due tipi di PIL è la presenza (o l’assenza) dell’inflazione nel calcolo. Quando il PIL viene depurato dell’effetto erosivo dell’inflazione, si parla di PIL reale. Altrimenti stiamo parlando di PIL nominale.
Perché il PIL è così importante?
Perché il PIL rappresenta il reddito di un Paese ed è manifestazione della sua “vitalità” economica, anche se alcuni detrattori sottolineano che da solo non è in grado di catturare tutte le sfumature in termini di qualità della vita. Ma questo è un altro discorso.
Nell’ambito della nostra analisi, il PIL è importante in quanto ci permette di confrontare la crescita di due Paesi, di capire se un’economia si trova in recessione (tecnica o effettiva) o di valutare se un Paese è in grado di ripagare il suo debito pubblico (in questo caso, si guarda al rapporto tra debito e PIL).
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