Investimenti
AdviseOnly

Il debito pubblico? Non è un problema solo italiano

L’ultimo Fiscal Monitor del Fondo Monetario Internazionale traccia il quadro globale e dice: servono politiche più ambiziose per evitare che aumenti ancora.

Mentre il documento programmatico di bilancio dell’Italia arrivava sul tavolo della Commissione Europea e l’economia globale continua ad affrontare diverse importanti sfide su vari fronti, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale già si preparavano ai loro incontri annuali, che quest’anno si tengono tra il 21 e il 26 ottobre. Inflazione, riduzione del debito e crescita sostenibile: questi i macrotemi su sui si riflette.

Il debito pubblico mondiale è un tema che il Fondo Monetario affronta anche nel suo Fiscal Monitor, edizione di ottobre 2024, recentemente diffusa. Secondo le previsioni, alla fine di quest’anno il debito pubblico a livello globale supererà i 100mila miliardi di dollari, attestandosi al 93% nel rapporto con il Prodotto Interno Lordo globale. E bada bene: si avvicinerà al 100% del PIL entro il 2030. Un incremento di dieci punti percentuali rispetto al 2019, cioè prima della pandemia.

Le prospettive fiscali non sono rosee

Il quadro, come sempre, non è omogeneo: in alcune aree, i futuri livelli di debito potrebbero essere più alti di quanto previsto. Perciò, sono necessari aggiustamenti fiscali molto più ampi di quelli attualmente messi in conto per stabilizzarlo o ridurlo. Servono politiche fiscali attentamente studiate che proteggano la crescita e le famiglie vulnerabili, cogliendo al contempo l’occasione offerta dal ciclo di allentamento della politica monetaria.

D’altra parte, i Paesi dovranno giocoforza spendere di più per far fronte a tutta una serie di voci: invecchiamento della popolazione, sanità, transizione verde, adattamento ai cambiamenti climatici, difesa e sicurezza energetica. In questo, le crescenti tensioni geopolitiche avranno sicuramente un peso.

Ma attenzione: l’esperienza passata suggerisce che le proiezioni sul debito tendono a sottostimare l’esito finale di tutta una serie di voci di spesa. Per questo, il Fiscal Monitor presenta un nuovo quadro di “debt-at-risk”, che mette in relazione le attuali condizioni macrofinanziarie e politiche con l’intero spettro dei possibili risultati futuri. Questo approccio, spiegano gli esperti del Fondo Monetario Internazionale, va oltre le tipiche stime puntuali delle previsioni sul debito e può aiutare a quantificare i rischi e a identificarne le fonti.

Dove arriverà il debito nei prossimi anni?

Il quadro così impostato mostra che, in uno scenario gravemente negativo, il debito pubblico mondiale potrebbe raggiungere il 115% del PIL in tre anni: quasi 20 punti percentuali in più rispetto alle attuali proiezioni. Le ragioni? Diverse: una crescita più debole, condizioni di finanziamento più rigide, vari slittamenti di bilancio e una maggiore incertezza economica e politica.

Un’altra incognita è rappresentata da quello che gli esperti del Fondo Monetario Internazionale chiamano il “debito non identificato”. Un’analisi su oltre 30 Paesi rileva che il 40% di questo debito è legato a passività contingenti e rischi fiscali che i governi si trovano a dover affrontare, la maggior parte dei quali legati a perdite delle imprese statali. Storicamente, il debito non identificato si è sempre collocato tra l’1 e l’1,5% del PIL. E aumenta notevolmente durante i periodi di stress finanziario.

Misure anti-debito: il tempo è un fattore cruciale

Un debito pubblico che cresce chiama in campo sforzi fiscali ben più consistenti: bisogna adeguare i piani in tal senso, e il momento appare propizio. Con la moderazione dell'inflazione e la riduzione dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, evidenziano gli esperti del Fondo Monetario Internazionale, le economie sono meglio posizionate per assorbire gli effetti economici della stretta.

“Ritardare sarebbe costoso e rischioso, poiché la correzione necessaria aumenta con il passare del tempo; inoltre, l’esperienza dimostra che un debito elevato e la mancanza di piani fiscali credibili possono scatenare una reazione negativa del mercato, limitando il margine di manovra di fronte alle turbolenze.”

Tenendo conto dei rischi specifici per ogni Paese, l’analisi suggerisce che gli attuali aggiustamenti fiscali – in media, l’1% del PIL in sei anni entro il 2029 – anche se attuati per intero, molto probabilmente non basteranno a ridurre o stabilizzare il debito in modo significativo. Per un’economia media sarebbe necessario un inasprimento cumulativo di circa il 3,8% del PIL nello stesso periodo, per garantire un’alta probabilità di stabilizzazione.

In Paesi come Cina e Stati Uniti lo sforzo richiesto è sostanzialmente maggiore: c’è di buono che questi due colossi economici possono contare su un set di scelte politiche molto più ricco rispetto ad altri Paesi.

Attenzione, però, alle ripercussioni sulle persone

Se non ben calibrati, però, gli aggiustamenti comporteranno forti perdite di produzione a causa del calo della domanda aggregata e potranno danneggiare le fasce più vulnerabili e portare a un aumento delle disuguaglianze. Serve quindi un’attenta progettazione, per mitigare i costi dell’aggiustamento e le reazioni dell’opinione pubblica.

Insomma, il debito pubblico elevato è un problema, ma il rapporto dell’FMI evidenzia che aggiustamenti fiscali ben progettati possono contribuire a ridurre i rischi, migliorare le prospettive e mitigare l’impatto sulla società.

Un check up per valutare le opportunità del debito

Va detto che le maggiori esigenze di spesa previste – per l’invecchiamento della popolazione, l’adattamento ai cambiamenti climatici, la sicurezza, la transizione energetica e via dicendo – possono creare qualche opportunità: il ricorso al debito implica anche l’emissione di nuovi titoli obbligazionari, a rendimenti talvolta interessanti. Vale la pena di tenerne conto? Come sempre, la risposta cambia a seconda del caso e l’unica possibile è: confrontati con il tuo Financial Coach.

Investire con noi è semplice!

Scegli tu se parlare con un esperto o farti consigliare dal nostro innovativo servizio di consulenza finanziaria digitale MYMoneyCoach.

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale.

Prima della sottoscrizione dei prodotti di investimento consulta i KID e i prospetti informativi disponibili sul sito ing.it, sezione Investimenti e Risparmio – Fai da te o sul sito del Collocatore. Foglio informativo e documento informativo MIFID disponibili sul sito ing.it o nei nostri punti fisici.

Il presente articolo è stato redatto dal content team di Wealthype.ai e ha una finalità esclusivamente informativa. Non va quindi inteso in alcun modo come consiglio finanziario, economico o di altra natura e nessuna decisione, di investimento o di altro tipo, deve essere presa unicamente sulla base dei contenuti qui riportati. L’articolo non costituisce da parte del content team di Wealthype.ai un’offerta al pubblico d’acquisto o vendita di titoli e più in generale di strumenti finanziari e/o attività di sollecitazione all’investimento, ai sensi del decreto legislativo 24/02/1998, n. 58.