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Effetto endowment: se è già tuo, vale di più

Ti spieghiamo un altro “danno collaterale” dell’irrazionalità umana sulle scelte di investimento: l’effetto dote. Scopri di cosa si tratta.

Facci caso: se possiedi qualcosa e devi venderla – una casa, un oggetto, ma anche un titolo finanziario – tendi ad attribuirle un valore maggiore rispetto a quanto pagheresti per acquistarla identica. Non è solo una questione di “valore affettivo” (per quanto il fatto di affezionarsi a un oggetto renda in effetti più difficile separarsene). È una distorsione cognitiva in piena regola. Ha anche un nome: “effetto endowment” (o “effetto dote”). E ha a che fare con l’avversione alle perdite.

Ebbene sì, stiamo parlando ancora una volta di finanza comportamentale. Perché diciamocelo, il cosiddetto Homo Oeconomicus descritto dalla teoria finanziaria classica – un essere perfettamente razionale, sempre in grado di prendere decisioni obiettive e ragionate – non è altro che una figura mitologica.

C’era una volta l’Homo Oeconomicus

Te l’abbiamo detto e ribadito svariate volte: siamo esseri emotivi, spesso e volentieri agiamo “di pancia”, con buona pace della nostra parte razionale. Questo “cortocircuito emotivo” può scattare tutte le volte che ti trovi a prendere una decisione, non importa di che tipo. E scatta a maggior ragione quando prendi decisioni sui tuoi risparmi, che attivano in ognuno una forte componente di irrazionalità. Ed è così che la nostra mente si rende responsabile, nostro malgrado, di errori potenzialmente parecchio costosi.

L’effetto endowment in particolare è un concetto riconducibile alla teoria del cosiddetto “mental accounting”, sviluppata nel 1980 dall’economista Richard Thaler (Premio Nobel nel 2017). In base alla sua teoria, per aiutarti a compiere scelte economiche la tua mente mette in piedi un vero e proprio “sistema di contabilità” che però – guarda caso – non è affatto razionale e produce comportamenti “distorti”.

Come appunto l’endowment effect, che ti porta a valutare di più un bene che già possiedi, che fa parte cioè della tua “dotazione”.

Un esempio concreto di “effetto dote”

Uno degli esperimenti empirici utilizzati per spiegare l’endowment effect è quello della tazza di caffè. Come funziona? Alcuni dei volontari hanno ricevuto “in dotazione” una tazza, poi sono stati chiamati a indicare il prezzo al quale sarebbero stati disposti a venderla. L’altra metà del gruppo ha dovuto invece indicare un prezzo di offerta per acquistare la stessa tazza. In teoria, il prezzo di offerta e quello di vendita avrebbero dovuto essere almeno vicini.

Nella realtà, il prezzo medio di vendita si è rivelato circa il doppio del prezzo medio di offerta. Questo succede perché, istintivamente, provi più dispiacere quando perdi degli oggetti di cui sei in possesso di quanto piacere proveresti nell’acquisire quegli stessi oggetti, se già non li possedessi.

Cosa significa per chi investe?

Calato nella realtà dell’investitore, l’endowment effect ti porta a pensare costantemente che i titoli in tuo possesso siano sottovalutati dal mercato. Supponi di possedere il titolo A che, in Borsa, vale 10 euro. Ebbene, a prescindere da quanto lo hai pagato acquistandolo, tenderai a pensare che il titolo A abbia potenziale per salire ancora e che sia di fatto sottovalutato. Ma allora, se così è, perché non comprare altri titoli, al prezzo di mercato? Eppure, anche questa opzione non ti convince: preferisci tenerti quel che hai.

Come accennato, l’effetto dotazione è connesso a un altro fenomeno molto noto nella finanza comportamentale: l’avversione alle perdite, per cui una perdita provoca più sofferenza rispetto al piacere arrecato da una vincita delle stesse dimensioni.

Occhio ai tranelli della tua mente

Che cosa puoi fare per contrastare questa distorsione cognitiva e non caderne vittima? Come sempre, combattere contro se stessi e la propria natura non è semplicissimo. Ma la consapevolezza è già un primo passo che ti permetterà di valutare le tue scelte con occhi nuovi o, per lo meno, più attenti. E per ogni dubbio o curiosità, puoi sempre fare riferimento al tuo Financial Coach.

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