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Cos’è e a cosa serve il VaR (Value at Risk)?

È un parametro che si trova in quasi tutti i prospetti che il tuo consulente ti fa visionare quando ti propone un investimento. In cosa consiste?

Come valutare qual è il livello di rischio di un investimento? Come saprai, ci sono diversi modi per farlo, ma il più diffuso è il VaR. C’entra qualcosa il calcio? Certo che no: ti stiamo parlando infatti del Value at Risk. Questo un parametro si trova in quasi tutti i prospetti che il tuo consulente finanziario ti fa visionare quando ti propone un investimento. È importante allora sapere di che cosa si tratta.

Valore a rischio: cosa vuol dire?

Tradotto in italiano come “Valore a rischio”, semplificando possiamo dire che il VaR quantifica la probabilità di incorrere in perdite su un’attività finanziaria in un futuro più o meno prossimo (di solito un giorno, una settimana o un mese, ma anche su scadenze più lunghe).

In altre parole, è un indicatore utilizzato per stimare il rischio di mercato di uno strumento finanziario, come azioni e obbligazioni (ma anche valute e derivati), o, più spesso, di un portafoglio di titoli. Insieme alla volatilità, il VaR aiuta a capire e valutare la copertura di una posizione finanziaria.

Insomma, è importante perché ti consente di sapere quanto è probabile che l’investimento che hai fatto possa registrare delle perdite e di quanto potrai andare in rosso se le cose si mettono male.

Value at Risk: cosa c’è da sapere

In termini più specifici, il VaR esprime la massima perdita che il nostro investimento potrà subire con un certo livello di confidenza e in un certo orizzonte temporale. Ma andiamo con ordine. Per capire bene il Value at Risk occorre concentrarsi su due aspetti:

  • l’orizzonte temporale, ossia il periodo per il quale ci serve calcolare la perdita;
  • il livello di confidenza statistica (generalmente del 95% o del 99%), e cioè la probabilità che si manifesti una perdita superiore a quella indicata dal VaR.

Per indicare la perdita massima, di solito si utilizzano numeri percentuali negativi. Ma è diffuso anche l’uso dei valori assoluti. Insomma, sebbene sembri una tecnica molto complicata, in realtà il VaR è piuttosto semplice, dal momento che utilizza solo tre variabili:

  • importo della perdita;
  • sua probabilità;
  • tempo.

Qualche esempio sarà d’aiuto. Se un investimento ha un VaR mensile del -2% con un livello di confidenza del 99%, significa che ci sono il 99% delle possibilità che non perderemo più del 2% in un mese. Oppure che nel prossimo mese è possibile, ma molto difficile, perché la probabilità è solo dell’1%, registrare una perdita maggiore del 2%.

Il VaR non dà certezze ma una buona approssimazione

Molto più conosciuto del VaR per calcolare il rischio legato a un investimento, anche perché generalmente considerato di più immediata comprensione, è il concetto di volatilità. Applicato a un titolo o a un portafoglio, questo valore esprime i movimenti registrati dai rendimenti in uno specifico arco temporale. Per esempio, un portafoglio molto volatile nel breve periodo (e in particolare nei momenti di crisi) sarà soggetto a contrazioni significative prima di tornare in positivo.

Ma rispetto alla volatilità, espressa sempre con un valore percentuale, il VaR offre maggiori informazioni e può essere indicato, come abbiamo visto prima, anche in numeri assoluti. Ci sono anche altre differenze, come il fatto che la volatilità misura l’oscillazione dei rendimenti, che può essere sia positiva sia negativa, mentre il VaR riguarda soltanto le perdite. I due concetti sono, quindi, molto diversi. Se anche due investimenti hanno una volatilità molto simile, non è detto che il loro VaR sia lo stesso.

Attenzione: questo non significa che calcolando il VaR di uno strumento finanziario o di un portafoglio siamo in grado di sapere a priori quanto potremmo perdere. Il VaR è infatti un indicatore statistico e quindi non garantisce una certezza assoluta ma solo la migliore approssimazione possibile.

Nonostante ciò, è considerato una spia piuttosto affidabile per misurare il rischio di mercato. Può essere utile, quindi, per valutare l’opportunità di sottoscrivere uno specifico prodotto di investimento, sulla base della propria propensione al rischio.

Investire col supporto del Financial Coach

In ogni caso, per sapere esattamente quali sono i rischi a cui ti esponi e trovare il prodotto che risponde di più alle tue esigenze c’è solo una cosa da fare: parlarne con il tuo Financial Coach.

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Il presente articolo è stato redatto dal team del blog AdviseOnly.com e ha una finalità esclusivamente informativa. Non va quindi inteso in alcun modo come consiglio finanziario, economico o di altra natura e nessuna decisione, di investimento o di altro tipo, deve essere presa unicamente sulla base dei contenuti qui riportati. L’articolo non costituisce da parte di AdviseOnly.com un’offerta al pubblico d’acquisto o vendita di titoli e più in generale di strumenti finanziari e/o attività di sollecitazione all’investimento, ai sensi del decreto legislativo 24/02/1998, n. 58.